Enti di ricerca: la ministra Madia rinvia le risposte alla legge delega
La legge di stabilità va cambiata subito, continua la mobilitazione.
Il 24 novembre è stata una densa giornata di mobilitazione per i lavoratori degli Enti pubblici di ricerca. Il presidio organizzato sotto Palazzo Vidoni ha visto una buona risposta in termini di partecipazione e ha avuto come esito un incontro tra la Ministra Madia e una delegazione formata da lavoratori di diversi enti e dai segretari di categoria di FLC CGIL, Fir Cisl e Uil Rua.
Questa iniziativa di mobilitazione è apparsa quanto mai opportuna anche in ragione del desolante scenario offerto dalla legge di stabilità per come è uscita dal Senato. A parte l’emendamento sulla trasformazione dei co.co.co. in tempi determinati, restano il blocco della contrattazione integrativa, il taglio del turnover e le altre restrizioni applicate alla Pubblica Amministrazione.
Rileviamo anche il parziale accoglimento del nostro emendamento per il finanziamento di un piano di assunzioni straordinario negli enti di ricerca, con risorse sottratte alle università, interessante quindi solo come terreno di battaglia per il passaggio che la legge di stabilità sta per iniziare alla Camera.
Il presidio e l’incontro con la Ministra si sono svolti dunque in questo contesto, in cui la FLC CGIL continua a ritenere fondamentali le modifiche proposte alla legge di stabilità.
Su questo l’unica apertura da parte della Ministra sembra essere stata rispetto alla modifica dell’insensata norma che taglia il turnover dei tecnici ed amministrativi degli Enti di ricerca.
Sul resto la Ministra non ha fornito risposte alle nostre richieste, a partire dal gravissimo blocco della contrattazione integrativa, per la quale è stato sottolineato il ruolo diretto del governo, che sta contribuendo, ad esempio attraverso mancate nomine e pareri inaccettabili contro gli accordi sindacali siglati negli enti, a rendere vana l’apertura della contrattazione di secondo livello consentita per il 2015.
Sulla questione del rinnovo dei contratti nazionali e della difesa della specificità del comparto della ricerca, per le quali saremo di nuovo in piazza in 28 novembre, le risposte della ministra sono state piuttosto evasive. L’unica prospettiva rimane legata all’attuazione della legge delega 124/2015, in particolare dell’articolo 13, ovvero quello specifico per gli enti di ricerca, sulla quale la ministra ha ribadito l’intenzione di un’interlocuzione con le organizzazioni sindacali. Come avevamo del resto già rilevato negli scorsi mesi, la legge delega sarà quindi un terreno di battaglia molto interessante su temi per noi fondamentali a partire dal precariato, le semplificazioni normative, la governance e le nuove regole su dotazioni organiche e turnover.