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Precari ricerca: emanati i DPCM per le assunzioni sul turn over 2009 e 2010

Con circa tre anni di ritardo, finalmente gli enti di ricerca potranno procedere alle assunzioni.

07/09/2012
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Con un ritardo scandaloso sono emanate le autorizzazioni ad assumere sul turn over 2009 e 2010, rispettivamente per gli anni 2010 e 2011. Vergognosa la riduzione del turn over al 20% a partire dal 2010, ovvero dalle assunzioni del 2011, vero e proprio furto ai danni degli enti.

Sono stati necessari mesi di pressioni, iniziative pubbliche, proteste per far emanare i provvedimenti autorizzativi delle assunzioni sulla spesa derivante dal turn over 2009 e 2010. Gli atti firmati dal Ministro Grilli scontano tutta la mostruosa farraginosità di una procedura che prevede un decreto interministeriale addirittura per individuare la base di calcolo del turn over, oltre ai numerosi interventi che dal 2008 in poi hanno falcidiato le capacità assunzionali degli enti, fra cui in particolare la riduzione del turn over al 20% in un comparto ormai prossimo al collasso, e i numerosi rinvii e proroghe in cui sono incappate queste autorizzazioni. Ci sono voluti circa tre anni per fare le assunzioni, le poche consentite dalle restrizione normative, che le altre pubbliche amministrazioni hanno effettuato nel 2010. E poi si dice che la ricerca in Italia langue ed è prevalentemente precaria, per non parlare della fuga dei cervelli.

Circa la previsione dell'articolo 2 comma 1 del Decreto Legge 95/12 (spending review), riduzione della spesa delle dotazioni organiche per i profili tecnici e amministrativi pari al 10%, ovvio che questo taglio dovrà operare sulle future assunzioni da autorizzare e non su provvedimenti autorizzativi, come quelli attuali, che avrebbero già dovuto essere adottati da mesi e fanno riferimento a procedure di reclutamento già perfezionate. Appare assurdo inoltre per la FLC CGIL che per l'INRAN i provvedimenti di assunzione siano stati sospesi in relazione all'accorpamento al CRA. È poi di tutta evidenza che le assunzioni autorizzare debbano tener conto delle procedure di stabilizzazione da completare e dell'art. 5 del contratto collettivo nazionale di lavoro.

Insomma, dopo anni di attesa arriva una boccata di ossigeno sul fronte della assunzioni e certamente la notizia sarà gradita ai numerosi precari e non, collocati utilmente da tempo nelle graduatorie.
Certo, questo non è sufficiente per un rilancio della ricerca nel nostro Paese, troppi i ritardi accumulati e troppe le occasioni mancate da questo Governo di tecnici per invertire la china in cui è scivolata la ricerca pubblica in Italia. Anni di tagli, di blocco dei turn over, di precarizzazione, di riforme infinite e sbagliate, stanno smantellando un settore che può essere uno dei motori dello sviluppo sociale del Paese. Per un futuro migliore si deve partire anche dalla ricerca, come abbiamo proposto a questo Governo per Ricostruire l'Italia, ma sino ad oggi le risposte sono state assolutamente insufficienti.