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Precariato della ricerca: emendamenti al Milleproroghe e incontro con la Ministra Fedeli

Necessaria stabilizzazione dei precari e finanziamento straordinario, 26 gennaio incontro con la Ministra Fedeli. Riapertura termini del D’Alia e DIS-COLL tra gli emendamenti al milleproroghe.

23/01/2017
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In questi giorni nelle commissioni competenti, sono stati presentati gli emendamenti al cosiddetto Decreto Milleproroghe, uscito dal Consiglio dei ministri alla fine dello scorso anno e che è ora all’esame del Senato.

Vorremmo chiarire che la prospettiva di un intervento unico per tutta la Pubblica Amministrazione su reclutamento e precariato, aperta con l’intesa sui rinnovi contrattuali raggiunta il 30 novembre a Palazzo Vidoni, non può esprimere il paradosso di funzionare da freno politico per interventi in grado di affrontare in modo generale gli aspetti più urgenti del problema del lavoro precario nella pubblica amministrazione.

In questa prospettiva, fra gli emendamenti sostenuti dalla CGIL al Milleproroghe c’è la proposta di aggiornare i termini previsti dal DL 101/2013. Il requisito di 3 anni a tempo determinato per accedere ai “concorsi speciali” dovrebbe essere posseduto ad oggi e non più al 31 ottobre 2013, permettendo la partecipazione al reclutamento di una platea più ampia di precari. Negli anni di vigenza del così detto decreto D’Alia, che negli intenti dichiarati avrebbe dovuto riportare ad una dimensione “fisiologica” il livello di precariato nella pubblica amministrazione, il taglio alle risorse utili alle assunzioni ha generato come era prevedibile un ampliamento del fenomeno. Per quel che riguarda la ricerca, riteniamo sia un segnale positivo che il governo si sia dichiarato favorevole a presentare emendamenti di proroga del DL 101/2013 per alcuni enti (Iss e Istat).

Altro provvedimento di cui riteniamo si debba ridefinire i termini di validità è il sussidio di disoccupazione per i collaboratori, la DIS-COLL. L'ordinamento come è noto, non ha abrogato l'istituto delle collaborazioni coordinate e continuative, è necessario dunque prevedere il mantenimento di uno strumento in grado di garantire il reddito di chi interrompe il rapporto di collaborazione. La cronica insufficienza e inadeguatezza degli schemi di sostegno al reddito, pur ritoccati negli ultimi e più drammatici anni di crisi, non ha consentito di disporre in Italia di un dispositivo in grado di contenere l’ampliamento della platea dei soggetti a rischio di esclusione e, lo spaventoso incremento del tasso di povertà rilevato negli ultimi anni, ne è la misura. Pur nella limitatezza della norma in questione sarebbe dunque allarmante sospendere l’istituto della disoccupazione per i collaboratori. La FLC CGIL insieme all’Adi ha per altro condotto a partire dal 2015 una campagna per il riconoscimento della DIS-COLL anche ad assegnisti di ricerca, borsisti e dottorandi immotivatamente esclusi dalla possibilità di accedervi.

Per il precariato degli Enti di Ricerca, la politica dovrà tenere in considerazione un ulteriore elemento, che è l’ingresso nella legislazione del DLgs 218/2016, nella discussione parlamentare sulla conversione del decreto “Milleproroghe”. Elemento sul quale la FLC CGIL a dicembre 2016 ha inviato una nota al Ministro della istruzione e Ricerca a quello della Funzione Pubblica e alle commissioni cultura di camera e senato.

Il Dlgs 218/2016, in applicazione della delega dell’articolo 13 della legge 124/2015, ha portato un significativo avanzamento del quadro normativo del sistema. L’aspetto più rilevante per il reclutamento riguarda l’autonomia di bilancio e la possibilità di assumere personale per chi ha risorse proprie entro un unico limite di spesa senza che ad esso siano aggiunti ulteriori vincoli.

Ciò che il decreto non risolve è la questione del precariato degli Enti, che ha ormai superato la soglia del 40% degli addetti, con una storia di proroghe e rinnovi in molti casi ultradecennale, e che rappresenta, per la dimensione assunta, una ulteriore specificità negativa all’interno della Pubblica Amministrazione.

Il DLgs 218/16 avrebbe dovuto contenere un dispositivo rivolto alle varie forme di precariato degli Enti (co.co.co., assegnisti di ricerca, borsisti, t.d.) che tracciasse un percorso di immissione in ruolo dei precari, a nostro avviso recependo quanto disposto dalla norma contrattuale, l’art. 5, comma 2 del CCNL 2002-2005. Il tema, pur contenuto nello schema di delega sugli enti di ricerca, è stato sottratto al decreto applicativo in ragione della prospettiva già richiamata di un decreto unico per tutta la PA. Per la Ricerca dunque un intervento transitorio veicolato nel mille proroghe, in attesa di una soluzione generale, sarebbe necessario anche per iniziare ad utilizzare pienamente le possibilità aperte dal DLgs 218/16.

La FLC CGIL incontrerà il prossimo 26 gennaio la ministra Fedeli per discutere delle priorità della ricerca e dell’università e quello sarà un importante momento di verifica per questa vicenda. Molte saranno ovviamente le questioni da sottoporle, sicuramente la principale, che rappresenta la priorità assoluta, è la necessità di intervenire finanziando un piano straordinario per immettere in modo stabile nel sistema degli Enti di Ricerca e delle Università nuovi ricercatori, tecnologi e tecnici e riportare il paese ad avvicinarsi agli standard europei. Nei prossimi giorni comunicheremo sviluppi e aggiornamenti sul tema.