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RICERCA - CREA. Il Ministro incontra il Coordinamento Precari Indipendenti del CREA. FLC CGIL sollecita il completamento della stabilizzazione

Nessuna novità dall’incontro tra il Coordinamento Precari Indipendenti del CREA, il Ministro e il commissario straordinario CREA, rispetto al completamento del processo di stabilizzazione (art. 20, d.lgs. 75/2017).

02/07/2019
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Ritardi, dubbi e cambio dei vertici nel CREA, nelle ultime settimane, hanno alimentato giuste preoccupazioni tra coloro che, nell'ambito del Piano di Fabbisogno, sono legittimamente destinatari dei processi di stabilizzazione avviati in parte significativa all'inizio del 2019.

Stiamo parlando dei cosiddetti comma 1 non prioritari e del comma 2 (art. 20, d.lgs. 75/2017). Queste preoccupazioni, nonostante le ampie rassicurazioni espresse durante l'incontro con il Ministro Centinaio lo scorso 4 aprile, si sono via via consolidate visto che, a distanza di 3 mesi, l'Amministrazione in materia non è ancora in grado di dare risposte certe su tempi e modalità per il completamento di un processo dovuto, legittimo nonché ampiamente finanziato e certificato dagli organi di controllo.

E come spesso è accaduto in passato, oltre alla FLC CGIL, che già in occasione dell'incontro del 6 giugno aveva lanciato l'allarme, contestualmente si è riattivato il Coordinamento Precari Indipendenti del CREA, che attraverso una campagna sui social ha rilanciato il tema.

Ieri (1° luglio 2019), si è tenuto un incontro del Coordinamento Precari Indipendenti del CREA con il Ministro e il Commissario, immaginiamo per avere risposte.

Purtroppo, a parte le foto di rito in cui tutti sorridono come se avessero pari responsabilità, in sostanza non arriva nessuna dichiarazione risolutiva tale da auspicare un percorso di "certezze". Osserviamo così che, come ormai accade da qualche mese, il titolare della delega alla Ricerca, il Sottosegretario Pesce, continua ad essere assente ingiustificato e il Ministro non produce atti concreti di indirizzo.

Uno stallo non sopportabile che gioca con le persone. La prudenza espressa dal Commissario che intende fare ulteriori valutazioni sul piano finanziario, poteva essere giustificabile al momento del suo insediamento. Ora, ogni giorno che passa senza una soluzione, appare invece un atteggiamento omissivo, spalleggiato dall'Autorità vigilante, che tenta di tirare a lungo la vicenda.

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Il giorno 6 giugno 2019 si è tenuta la prevista riunione tra le Organizzazioni sindacali, il commissario straordinario e il direttore generale, avente ad oggetto le questioni più urgenti per l’organizzazione e la gestione dell’Ente:

  1. situazione finanziaria, con particolare riferimento alla riduzione del finanziamento ordinario da parte del Ministero vigilante
  2. stato di attuazione del "Piano di fabbisogno del personale" (Delibera CdA 19 dicembre 2018 n. 113)
  3. eventuale prosecuzione dell’attività lavorativa nella sede di Roma di via Po.

La complessità e delicatezza della fase che il CREA deve affrontare, per ragioni evidenti a tutti, ci impone di veicolare informazioni puntuali e dettagliate che possono apparire pesanti, ma secondo noi necessarie, per fornire un quadro reale dello stato in cui versa l’Ente, in particolare per quanto riguarda la situazione finanziaria e la gestione del personale.

1. Situazione finanziaria, con particolare riferimento alla riduzione del finanziamento ordinario da parte del Ministero vigilante

Gli originari importi di assegnazione del contributo annuale (115.644.825 nel 2019; 120.644.825 nel 2020/2021) hanno subito il definanziamento progressivo (-1 mil.), pluriennale, del contributo assegnato al CREA, disposto dalla legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Il definanziamento interviene quindi sulle risorse assunte dal Bilancio di previsione CREA per l’anno 2019 (115.644.825 ridotti a 114.644.825).

Inoltre, nel corso della riunione, è stato confermato che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha adottato una riduzione dell’assegnazione pari a 2,5 milioni di euro (su base trimestrale) che, se avvalorata nei successivi trimestri, produrrebbe una diminuzione complessiva nell’anno 2019 pari a 10 milioni di euro (equivalente allo stanziamento per l’anno 2018, previsto dall’art. 1, comma 673, legge 27 dicembre 2017 n. 205). In concreto, se questo quadro fosse confermato, si avrebbe la restituzione dell’assegnazione 2018 per la stabilizzazione.

Le OO.SS. hanno chiesto di rappresentare al Ministro la gravità della riduzione del finanziamento ordinario e (qualora confermata) dell’assegnazione vincolata alla stabilizzazione, che risulta in contrasto con la necessità di rilanciare l’Ente e riconoscere le professionalità che esprime.

Abbiamo anche chiesto che sia assicurata (in coerenza con il Bilancio di previsione CREA 2019) la possibilità di impiego dell’avanzo di amministrazione e dei Fondi da risorse straordinarie, allo scopo di garantire la piena attuazione del Piano di fabbisogno, il reclutamento delle figure professionali necessarie alla conduzione delle attività dell’Ente e lo sviluppo professionale dei dipendenti.

2. Stato di attuazione del "Piano di fabbisogno del personale" (Delibera CdA n. 113 del 19 dicembre 2018)

Anche nel caso dello stato di attuazione del "Piano di fabbisogno del personale", in particolare per il completamento del processo di Stabilizzazione (art. 20, comma 1 c.d. “non-prioritari”, d.lgs. 75/2017; art. 20, comma 2, d.lgs. 75/2017), il Ministero vigilante, nel comunicare l’approvazione del Bilancio di previsione CREA per l’anno 2019 da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ha precisato che «[…] deve rimarcarsi il limite previsto dalla suddetta legge finanziaria che fissa appunto in 20 milioni di euro a regime il finanziamento a carico del bilancio dello Stato per la stabilizzazione del personale […].»

Abbiamo rammentato che il processo di stabilizzazione del personale precario si colloca, peraltro, nel Piano triennale del fabbisogno del personale 2018-2020 dell’Ente, approvato in data 28 settembre 2018 con specifico Decreto del Ministro per le Politiche agricole alimentare forestali e del turismo.

Le spese di personale previste per il 2019 (stimate in euro 128.562.809) recepiscono i maggiori costi dovuti alla stabilizzazione del personale precario per i quali l’Ente ha ricevuto specifiche risorse (art. 1, comma 673, legge n. 205/2017), per un importo pari a 10 milioni di euro per l'anno 2018, a 15 milioni di euro per l'anno 2019 e a 20 milioni di euro a decorrere dall'anno 2020.

La spesa stimata a Bilancio per il 2019 (128.562.809) include i costi della prima tornata (23.471.227) e solo parzialmente i costi della seconda (4.917.984 su un costo totale di euro 5.325.936,69) in quanto si prevedeva che le stabilizzazioni relative alla seconda tornata sarebbero state effettuate nel corso del 2019 e non all’inizio dell’anno come le altre.

Le risorse stimate disponibili nel Bilancio di previsione 2019 sono date da:

- contributo statale dell’Ente per l’anno 2019, pari ad euro 112.644.825 (al netto della quota di 2,0 mil. da destinarsi alle spese di funzionamento e del definanziamento di 1,0 mil.)

- assegnazione per la stabilizzazione anno 2018, quale avanzo al 1° gennaio 2019 (10.000.000)

- risorse dei progetti di ricerca, come la Rete Rurale (2.958.000) e l’Assistenza Tecnica (1.959.984). A tali risorse, l’Ente può ricorrere in base a quanto stabilito dall’art. 9 d.lgs. n. 218/2016, secondo cui gli Enti «nell'ambito della rispettiva autonomia, tenuto conto dell'effettivo fabbisogno di personale al fine del migliore funzionamento delle attività e dei servizi e compatibilmente con l'esigenza di assicurare la sostenibilità della spesa di personale e gli equilibri di bilancio, nel rispetto dei limiti massimi di tale tipologia di spesa, definiscono la programmazione per il reclutamento del personale nei Piani Triennali di Attività […]».

In tale quadro finanziario, abbiamo rinnovato la necessità che l’Ente proceda al completamento della stabilizzazione (art. 20, comma 1 c.d. “non-prioritari”, d.lgs. 75/2017; art. 20, comma 2, d.lgs. 75/2017) e che sia dato finalmente avvio alla procedura di reclutamento degli operatori tecnici (operai agricoli) necessari alla conduzione delle aziende, dei campi sperimentali, dei laboratori.

Infine, abbiamo chiesto che siano definite ed integrate organicamente le poche posizioni attualmente riferibili ad attività di vigilanza e portierato.

3. Eventuale prosecuzione dell’attività lavorativa nella sede di Roma di via Po

Il commissario straordinario ha illustrato gli scenari possibili per la scelta della Sede centrale dell’Ente.

È stata confermata l’ipotesi della individuazione di una nuova Sede, tramite Agenzia del Demanio o mercato immobiliare, ma sempre entro la soglia massima dei 30 milioni di euro della parziale cessione del patrimonio immobiliare CREA, in precedenza autorizzata dal MEF.

L’ipotesi di una rinegoziazione del prezzo di acquisto della attuale sede di Via Po 14 risulta in contrasto con la scadenza (nel marzo 2018) dell’opzione di rent-to-buy. Restano potenzialmente praticabili l’abbattimento dell’attuale canone di locazione per Via Po oppure la conclusione un nuovo contratto di locazione per una diversa Sede.

La nostra delegazione ha rilevato che l’ipotesi di un eventuale impiego delle sedi romane dei Centri di ricerca dell’Ente, per redistribuire le attività ed il personale, appare inidonea a garantire l’identità funzionale della sede CREA-PB e dell’Amministrazione centrale nonché quella dei Centri riceventi.

4. Sviluppo professionale

Lo sviluppo professionale è divenuto un tema centrale e non più rinviabile per una efficace ed efficiente organizzazione dell’Ente. I colleghi con una anomala permanenza nel livello hanno ormai diritto ad un avanzamento professionale.

Le progressioni di livello per tutti i profili debbono essere immediatamente avviate, con le procedure previste dal CCNL e dalle norme di settore.

Le graduatorie vigenti debbono essere scorse qualora emerga la necessità di ulteriori figure professionali ad esse riferibili.

Eventuali bandi debbono essere il più “aperti” possibile. Le attività di controllo e certificazione, la ricerca istituzionale e di terza missione, la ricerca economica e sociale, le funzioni svolte da tecnologi, tecnici e amministrativi debbono ricevere pieno riconoscimento, sia a scopo curriculare che in occasione del reclutamento, delle progressioni di livello, del passaggio tra profili.

5. Ferie e orario stabilizzati

L’Amministrazione, nonostante le argomentate richieste da parte delle OO.SS., non ritiene di poter procedere al riconoscimento delle ferie e dell’orario supplementare non usufruiti dal personale stabilizzato alla data dell’immissione in ruolo.

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