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Alunni stranieri in classe: da Valditara risposte inattuabili e demagogiche

Docenti di italiano dedicati nelle classi con almeno il 20% di alunni stranieri iscritti per la prima volta al sistema nazionale di istruzione, corsi extracurriculari di potenziamento della lingua italiana e collaborazioni con i CPIA per accertare le competenze linguistiche. Provvedimenti che svalorizzano la diversità e dimenticano ogni vera forma di integrazione.

05/06/2024
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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge 31 maggio 2024, n. 71 recante “Disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell'anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca.

Per quanto riguarda gli alunni con background migratorio è prevista la possibilità, nei limiti delle risorse di organico disponibili a livello nazionale, che sia disposta l'assegnazione di un docente dedicato all'insegnamento dell'italiano per stranieri per le classi aventi un numero di studenti stranieri, che si iscrivono per la prima volta al Sistema nazionale di istruzione e che non sono in possesso delle competenze linguistiche di base in lingua italiana, pari o superiore al 20% degli studenti della classe.

Tale previsione normativa risulta inapplicabile in quanto gli alunni con cittadinanza non italiana sono circa il 10% della popolazione studentesca e il 67% sono nati in Italia.e quindi molto difficilmente si costituirà una classe con più del 20% di alunni neo arrivati non italofoni.

La norma prevede, inoltre, che, ai fini dell'accertamento obbligatorio delle competenze in ingresso in lingua italiana nonché per la predisposizione dei Piani didattici personalizzati finalizzati al pieno inserimento scolastico, le istituzioni scolastiche possono stipulare accordi con i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA).

A decorrere dall'anno scolastico 2024/2025, le istituzioni scolastiche promuoveranno attività di potenziamento didattico in orario extracurricolare attingendo alle risorse relative al Programma nazionale «PN Scuola e competenze 2021-2027» La partecipazione alle attività è riservata alle istituzioni scolastiche che registrano tassi di presenza di alunni stranieri, che non sono in possesso delle competenze linguistiche di base in lingua italiana sulla base di criteri che saranno definiti con decreto del Ministro dell'istruzione e del merito.

Il nostro commento

L’idea del governo, e del ministro Valditara, non è quella di includere ma di dividere studenti italiani e studenti stranieri, dimenticando che l’apprendimento linguistico della L2 avviene prevalentemente nella full immersion e che lì, cioè nel contesto ordinario, occorrerebbe agire consapevolmente per favorire l’apprendimento dell’italiano e una vera integrazione attraverso un riorientamento in prospettiva interculturale di contenuti, metodologie, routines.

Viceversa si alimenta un’idea di integrazione ridotta a mero apprendimento della lingua italiana attraverso momenti strutturati di separazione.

La FLC CGIL esprime netta contrarietà rispetto a questa impostazione culturale ideologica e regressiva che non riconosce la differenza come risorsa e occasione di arricchimento per tutti e nega una concezione dell’apprendimento come processo interattivo e elaborazione collettiva e condivisa.

Di fatto si intravede, all’orizzonte, la direzione “assimilazionistica” verso la quale si intende orientare la scuola e si rimuove anche sul piano lessicale ogni riferimento al valore autentico dell’interculturalità.