Seminario 14 novembre CON/CITTADINANZE – Insieme è meglio, anche a scuola

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Personale ATA, riaffermiamo la pari dignità di un importante lavoro di scuola col protagonismo nella mobilitazione e nella lotta: astenersi subito dall’applicativo passweb

Uno dei pilastri della comunità educante viene talvolta trascurato, talvolta deriso: nella legge di Bilancio lo si ritiene responsabile delle disfunzionalità e il Ministero continua a scaricargli oneri impropri. Il lavoro ATA, in quanto lavoro di scuola, riveste pari dignità rispetto ad ogni altro lavoro scolastico

22/11/2021
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A proposito del personale ATA, in questi giorni si susseguono interventi davvero singolari. Indicativi, peraltro, della scarsa considerazione in cui esso viene tenuto in primo luogo proprio da chi dovrebbe invece farsi carico del suo benessere lavorativo e della cura della sua professionalità.

Ci riferiamo innanzitutto all’incredibile vicenda della relazione tecnica che accompagna la Legge di bilancio 2022: in quello scritto non si è trovato di meglio per motivare l’aumento del Fondo nazionale per i dirigenti scolastici (incremento del resto necessario per evitare tagli agli attuali stipendi) che individuarne la ragione nella scarsa preparazione professionale e nell’insufficienza di supporto alla dirigenza da parte del personale ata. Una falsità che rispediamo al mittente e che, fin dal primo momento in innumerevoli dichiarazioni del nostro Sindacato e del nostro Segretario generale, abbiamo respinto come insultante e irricevibile.

Il personale ATA, come il personale docente e dirigente, ha mostrato serietà, impegno, dedizione, attaccamento al lavoro e alla professione, in questi durissimi due anni di pandemia. E semmai esso ha coperto, in uno dei luoghi dove il virus può essere più aggressivo e devastante per l’alta densità di relazione umana che nelle scuole si concentra, le falle e i vuoti che le politiche passate e presenti hanno determinato nel sistema scolastico.

Insufficienze e disfunzioni hanno una ragione ben precisa e basta l’elenco delle nostre storiche rivendicazioni per individuarne le cause. 

Eccole.

Occorre, come chiediamo da tempo:

  • ripristinare gli organici degli amministrativi tecnici e ausiliari che furono tagliati in numero di 45.000 unità nel 2008-2011 e che hanno creato difficoltà perfino sulla sicurezza e sula sorveglianza
  • eliminare totalmente il precariato: esistono ogni anno 10.000 circa posti in organico di fatto che non vengono resi stabili e, ogni anno, non si fa che coprire soltanto il turn over
  • riportare le scuole al dimensionamento ottimale originario (500-900 alunni di media); esse sono dal 2011 sovradimensionate e per questo stesso motivo sono state rese pressoché ingestibili; non solo, ma le scuole cosiddette sottodimensionate sono prive di Dirigenti e Direttori titolari e molte normodimensionate lo sono perché non si fanno i concorsi con regolarità
  • assumere per ogni scuola del primo ciclo un Assistente tecnico: è diventato ormai necessario dotarsi di un tecnico esclusivo per ogni scuola se si vuole far diventare davvero operativa la connettività che il Pnrr prevede nei suoi investimenti
  • rendere funzionale l’applicativo SIDI: un investimento specifico su di esso eliminerebbe il mercato degli applicativi privati a cui le scuole sono costrette a ricorrere e supererebbe la duplicazione e l’interruzione del lavoro che gli istituti subiscono a causa della sua fragilità 
  • eliminare le molestie burocratiche dalle scuole. Un erroneo pensiero teorico ha concepito le autonomie scolastiche come luogo dove riversare tutte le incombenze che una volta venivano svolte fuori dalle scuole (trattamenti pensionistici e di fine rapporto, graduatorie di supplenti, trasferimenti finanziari solo a gara ecc.). Ebbene, occorre ribaltare tale concezione: la scuola si deve occupare solo di atti direttamente finalizzati ai progetti didattici e scolastici. Il resto è affare di altri enti.

Vicenda che si ripete oggi con la recente nota del 18 novembre 2021 diramata dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione formazione del Ministero dell’istruzione che addirittura invita gli USR - che naturalmente scaricheranno sulle scuole -  a raggiungere gli obiettivi fissati in percentuale dei trattamenti pensionistici tramite l’applicativo passweb nel prossimo anno 2022. Un applicativo non a caso dell’INPS perché è dell’INPS e non delle scuole la responsabilità dei calcoli dei trattamenti pensionistici. Per quanto ci riguarda tale questione è una questione di principio e le scuole devono astenersi dall’applicativo passweb utilizzando da subito la copertura della mobilitazione che le Organizzazioni sindacali hanno proclamato in questi giorni in attesa di un chiarimento definitivo con il Ministero nella stessa sede di conciliazione.

Il personale ATA, proprio in ragione della salvaguardia della sua dignità lavorativa, rivendica elementi di sviluppo della sua professionalità, come contenuti nella piattaforma sindacale della FLC CGIL:

  • estensione della copertura dell’organico Covid fino al 30 giugno 2022 anche per il personale ata al pari di quello docente
  • valorizzazione dell’intero settore ata tramite coerenti stanziamenti nella legge di bilancio
  • revisione dei profili e reclutamento tramite percorsi di qualità per l’ accesso alla professione 
  • consolidamento e fluidità nell’accesso alle posizioni economiche
  • riempimento dell’area di coordinatore tecnico e amministrativo come progressivo passaggio del personale dell’Area B e analoga operazione per i collaboratori scolastici dall’area A all’area As
  • istituzione della figura di alta professionalità per i DSGA con autonomizzazione dal Fis e incremento della indennità di funzione
  • concorso riservato agli Assistenti Amministrativi Facenti Funzione con tre anni di servizio anche se privi di titolo di studio specifico

Il lavoro ATA: un lavoro scolastico importante, uno dei pilastri della comunità educante. I Direttori, gli Assistenti Amministrativi e Tecnici, i Collaboratori scolastici sono chiamati a ribadirlo e a gridarlo forte nella mobilitazione lanciata dalla FLC Cgil e da altri sindacati scuola.