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Sit-in precari ATA: flash mob a sorpresa

Alle undici in punto di giovedì 13 dicembre 2012 è scattata l'operazione "pacchi-regalo" da portare in dono al MIUR.

13/12/2012
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roma-13-dicembre-2012-natale-al-miurSi è tenuto stamattina a Roma davanti al MIUR il sit-in dei precari ATA. Vai ai nostri click e guarda il video.

"Direttore dei servizi: lavori per due, prendi per uno" oppure "5500 assistenti amministrativi e collaboratori scolastici hanno diritto al ruolo" e ancora "Concorso per DSGA, la Corte dei Conti autorizza il Governo no", sono solo alcuni dei tanti cartelli che i manifestanti hanno portato in rappresentanza della loro difficile situazione lavorativa, aggravata dai tagli degli ultimi mesi.

È un'aria particolare quella che aleggia, e si capisce subito dal loro aspetto: cappelli natalizi, barbe finte, c'è chi è perfino venuto vestito di tutto punto da Babbo Natale. E si comprende subito il perché: alle undici in punto, al suono di una campanella, in pieno stile 24 dicembre parte il flash mob a sorpresa. I partecipanti al sit-in si spostano, qualcuno va a prendere dei pacchi natalizi, e inizia la catena umana: tutti si passano dei pacchi, che portano in dono e poggiano sulla scalinata del ministero. "Molestie burocratiche, blocco immissioni di ruolo, incertezza salario accessorio", le scritte sui pacchi regalo, tutti i "regali" che sono stati fatti ai lavoratori e che loro portano in dono al ministero.

"Siamo venuti qui per difendere i nostri colleghi, tutti quelli che sono stati licenziati, i precari, quelli che rischiano ancora oggi di rimanere in mezzo alla strada" dice un lavoratore tra i partecipanti, "questi pacchi sono i regali che restituiamo al MIUR. Vogliamo risposte concrete, vogliamo che i precari vengano stabilizzati, vogliamo l'immissione in ruolo!". Posizionati tutti i pacchi il flash mob si conclude, ma non finisce la voglia di stare insieme, non finisce la voglia di condividere le proprie storie, le proprie vite. E non finisce il bisogno di risposte, non si esauriscono le richieste da parte di un personale della scuola sempre più discriminato e meno ascoltato. Questo vuol essere solo un simbolo, un piccolo gesto significativo di una condizione che deve cambiare.