Atto di indirizzo per il primo ciclo: il Miur presenta la prima bozza. Per la FLC un testo discutibile per un’operazione impossibile
A settembre previsto l’invio alle scuole dell’atto di indirizzo previsto dal regolamento sul riassetto della scuola dell’infanzia e del primo ciclo.
Il 21 luglio, presso il Miur, si è tenuto un incontro su una prima bozza di schema dell’Atto di indirizzo, recante i criteri generali per armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione con gli obiettivi del Regolamento concernente la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
Per il Ministero era presente il Dott. Dutto che ha illustrato l’impostazione e i contenuti della bozza sottoposta alla valutazione delle Organizzazioni sindacali. Il documento, inoltre, dovrà essere sottoposto al parere del CNPI.
L’Amministrazione, ha sostenuto il dotto. Dutto, ha convintamene voluto aprire il testo con il riferimento all’autonomia didattica ed organizzativa che
“…costituisce il quadro di riferimento imprescindibile e condizione essenziale per la effettiva attuazione di qualunque forma di innovazione e per una migliore qualificazione dei servizi scolastici”.
Ha inoltre sottolineato che gli aspetti organizzativi e strutturali sono stati inseriti funzionalmente nel documento e non alla fine dello stesso: i tempi dell’insegnamento, i modelli organizzativi, la scelta del maestro prevalente (tenendo anche conto della sentenza della Corte dei conti circa il suo carattere non prescrittivo di riferimento); sono state inoltre enucleate le linee di lavoro per il personale evitando di parlare di valutazione in modo diffuso proprio per richiamare alla responsabilità dei docenti rispetto alla “riuscita degli studenti”.
E’ stato rilevato, inoltre, che un punto debole del testo è la mancanza di riferimento al curricolo verticale tra secondaria di primo e secondo grado. Dutto ha evidenziato che questa scelta è stata fatta per non sminuire il ruolo della secondaria di primo grado a semplice anno ponte con quella del grado seguente, aggiungendo che su questo aspetto andranno definiti nuovi interventi.
L’Amministrazione ha evidenziato che di fronte alla situazione reale dell’edilizia scolastica il riferimento al
“miglioramento della qualità delle dotazioni e degli ambienti scolastici…” come uno dei criteri per avere una buona scuola può risultare un po’ forzato, precisando che si è ritenuto di elencarlo perché si è convinti della necessità di intervenire sulla sicurezza degli edifici scolastici.
Nel suo intervento la FLC ha osservato che:
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Se il ruolo di questo documento è quello di armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione con gli obiettivi del Regolamento sul primo ciclo, questa è sicuramente una missione impossibile, in quanto il regolamento non è altro che l’attuazione dei drammatici tagli previsti dallo schema di piano programmatico di cui tra l’altro, a meno che non intervenga qualche provvedimento legislativo dell’ultima ora, non abbiamo più notizia.
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Questa, la difficoltà di fondo che sconta questo documento: i numerosi riferimenti all’autonomia scolastica appaiono francamente di facciata rispetto ad al fatto che l’autonomia scolastica stessa risulta gravemente compromessa proprio da quei provvedimenti che si vorrebbero armonizzare. Stessa valutazione rispetto ai riferimenti alle scelte delle famiglie sui modelli orari, che di fatto è condizionata dalle risorse.
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Proprio nella direzione dell’armonizzazione è necessario spendere almeno qualche riga rispetto alla continuità didattica o di curricolo verticale tra i vari segmenti. Non c’è inoltre alcun riferimento alla secondaria di secondo grado e all’obbligo scolastico.
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La parte riferita alle priorità della scuola dell’infanzia che riporta una definizione dei livelli e delle tappe di sviluppo dei bambini assolutamente inaccettabile nella forma e nel contenuto, della quale abbiamo chiesto la cancellazione: “….ci sono bambini curiosi e maturi (sul piano cognitivo o su quello sociale) ma anche piccoli più “bebè” (ad esempio nella conquista di autonomie); ci sono poi bambini che mostrano condotte “fuori dalla norma”, bambini comunque diversi da quanto ci dicono i paradigmi definiti da ricerche e studi delle scienze umane”.
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La parte relativa agli alunni stranieri è assolutamente carente e non condivisibile. Nel primo periodo del testo ministeriale si fa riferimento “raggiungere la piena realizzazione di sè e l’acquisizione della cultura e dei valori necessari per vivere da cittadini responsabili”. Ma I concetti di “cultura” e di “valori” se non coniugati con quelli di “intercultura” e di “laicità” individuano gli elementi di una cultura e di valori assoluti e dominanti che fanno a pugni con i propositi di “non esclusione”. Gli obiettivi nel testo sono davvero minimali. Insegnamento della lingua italiana attraverso interventi intensivi (rispuntano le classi ponte) e conoscenza delle regole di convivenza civile, non a caso. L’ipotesi, inoltre, presa in considerazione è solo quella degli stranieri di recente immigrazione.
Sono stati sottolineati alcuni elementi positivi quali:
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il riferimento alla centralità dell’autonomia scolastica (che però di fatto non può essere esercitata appieno per le questioni sopra citate);
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l’ammissione della non prescrittività del maestro unico, in ossequio proprio a quella autonomia scolastica citata in abbondanza;
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il riconoscimento della tradizione lunga e positiva della scuola primaria: dopo quasi un anno dove si sono affermate cose ben diverse su questo versante è importante ripristinare la verità;
Un punto importante di metodo: non si dice una parola sui soggetti ai quali verrà affidato il compito della seconda armonizzazione, vale a dire tra le Indicazioni per il Curricolo (2007) e le Indicazioni Nazionali (2004), né sul metodo con cui quei soggetti lavoreranno. Crediamo importante, proprio perché nel documento si fa riferimento alla condivisione, definire un percorso che veda le scuole protagoniste, un percorso basato sulla pratica pedagogica e didattica.
In conclusione dell’incontro l’Amministrazione ha assicurato che a questa bozza ne seguirà una seconda che, per quanto possibile, terrà in considerare le osservazioni che saranno inviate dalle OO.SS. Il Miur intende comunque far arrivare il documento alle scuole con l’avvio dell’anno scolastico.
Roma, 24 luglio 2009