Avvio della formazione per tutor scolastico e orientatore
Dietro l’introduzione del docente tutor, del coordinatore, del Liceo del Made in Italy e della sperimentazione della filiera tecnologico-professionale si scorge il disegno di smantellare la scuola della Costituzione a cominciare dal segmento della secondaria di secondo grado.
Ieri, martedì 27 giugno, Il MIM con nota n. 2739 ha reso disponibile online il percorso di formazione a cura di INDIRE OrientaMenti destinato ai docenti iscritti alle attività formative per il tutor scolastico e l’orientatore nel secondo biennio e ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, anno scolastico 2023/2024 in applicazione della riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La nota rinvia a una scheda tecnica che consente l’accesso alla piattaforma tramite SPID, CIE o autenticazione eIDAS.
Ricordiamo che entro il 31 maggio le istituzioni scolastiche avevano inserito nella piattaforma “FUTURA PNRR – Gestione Progetti”, i nominativi dei docenti che hanno manifestato la disponibilità a partecipare ai percorsi di formazione per assumere la funzione di tutor e docente orientatore.
Il percorso formativo, che si compone di 6 moduli ciascuno dei quali è articolato in diverse lezioni, è progettato per un totale di 20 ore di formazione erogate in modalità asincrona tramite MOOC. A completamento di ciascun Modulo viene proposto un questionario finale di quesiti riferiti alle lezioni trattate all’interno del Modulo. Si avrà così accesso alla verifica di fine percorso, propedeutica al rilascio dell’attestato di frequenza, che potrà essere direttamente scaricato dalla piattaforma.
IL NOSTRO COMMENTO
Ribadiamo, ancora una volta, la contrarietà della FLC CGIL a questa operazione che mostra evidenti incongruenze sul piano pedagogico e professionale oltre che economico e contrattuale.
Sul piano pedagogico e professionale nessuno, infatti, vuole mettere in discussione l’utilità dell’orientamento scolastico ai fini della crescita sociale e del grado di autoconsapevolezza culturale delle studentesse e degli studenti nella “elaborazione di un progetto di vita anche professionale in condizioni di incertezza” piuttosto che “esplorare scenari di futuro e collegarli a professionalità già attuali ed emergenti” o ancora “Conoscere le opportunità della formazione terziaria (Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), Università e AFAM)” piuttosto che “fornire approcci concreti e consigli operativi sia in termini di didattica - anche in chiave di inclusione - che di sinergia con gli approcci orientativi in ambito disciplinare e trasversale già in uso nella scuola”. Siamo, però, convinti che questi aspetti, prima che moduli formativi di un percorso formativo di sole 20 ore ispirato, peraltro, a criteri di selezione e di competizione, rappresentino compiti che appartengono alla funzione docente in quanto tale e da ricollocare in un'impostazione collegiale che coinvolga sistematicamente consigli di classe e consigli di istituto.
Sul piano economico e contrattuale ribadiamo che di figure professionali “diversificate” anche solo economicamente e “specializzate” per svolgere compiti che virtualmente vanno declinati collegialmente in sede di programmazione dell’attività didattica di inizio anno scolastico nessuno ne avverte il bisogno. Parimenti, anche in questo caso, in maniera speculare a quanto sta avvenendo sul fronte del “Liceo del Made in Italy” e della sperimentazione della filiera tecnico professionale misure così radicali e di cambiamento strutturale del ruolo e della funzione docente vengono assunte senza un confronto serio e condiviso con le parti sociali che rappresentano il mondo del lavoro, le famiglie e gli organismi di rappresentanza delle studentesse e degli studenti.
Assistiamo a un attacco ai valori fondanti della scuola della Costituzione proprio partendo dal segmento della secondaria di secondo grado: tra l’introduzione del docente tutor, del docente coordinatore, al progetto di sperimentazione della filiera tecnologico-professionale e del “Liceo del made in Italy” si propone un modello formativo finalizzato alla formazione del futuro lavoratore - asservito agli interessi formativi dettati dal sistema del mercato e sprovvisto degli strumenti culturali fondamentali per affrontare le complesse sfide del mondo del lavoro e soprattutto l’evoluzione dello stesso - piuttosto che del futuro cittadino che partecipi con la piena consapevolezza individuale allo sviluppo e alla crescita della coscienza sociale del contesto di appartenenza.
Auspichiamo che la democrazia interna delle scuole, attraverso le deliberazioni consapevoli degli organi collegiali sappia riappropriarsi della funzione docente nella sua interezza, impedendo illogiche frammentazioni.
Per tutti questi motivi preannunciamo che, rispetto al complessivo progetto di privatizzazione e snaturamento del ruolo costituzionale della scuola e della docenza, il Ministero incontrerà l’opposizione molto determinata della FLC CGIL e il ricorso alle più adeguate forme di mobilitazione che si renderanno necessarie in assenza di un cambio di passo significativo in direzione del confronto democratico con le parti sociali.