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Sistema integrato 0-6: pubblicato il Piano nazionale pluriennale previsto dal Decreto 65 del 2017. Ancora non ci siamo

La FLC CGIL mantiene le sue forti preoccupazioni sul destino del sistema.

30/01/2018
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L’11 dicembre 2017, il Consiglio dei Ministri ha deliberato in merito al Piano di azione nazionale pluriennale previsto all’articolo 8 del Decreto 65 dell’aprile del 2017, in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai 6 anni. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale è avvenuta il 25 gennaio 2018, senza che si avesse in questo tempo la minima conoscenza del testo.

Analisi del testo

L’obiettivo del Piano è quello di favorire l’attuazione degli obiettivi strategici del sistema integrato disegnato dal decreto: garantire alle bambine e bambini pari opportunità di educazione e istruzione.

Le risorse gestite dal Piano sono quelle triennali definite nel Decreto, che dovranno essere ampliate dagli altri enti interessati. L’assegnazione delle risorse si realizza come cofinanziamento: le regioni devono assicurare almeno il venti per cento per il 2018 e il trenta per cento dal 2019 del finanziamento prodotto dallo Stato.

Gli interventi, definiti dalla programmazione delle Regioni, devono perseguire le seguenti finalità:

  • consolidare ed ampliare la rete dei servizi educativi per l’infanzia, pubblici o privati, anche riducendo la partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento
  • stabilizzare e potenziare le sezioni primavera per superare progressivamente gli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia,
  • ampliare la rete dei servizi nella fascia di età tra gli 0 e i 6 anni, in particolare nei territori in cui sono carenti le scuole dell’infanzia statali,
  • riqualificare gli edifici scolastici di proprietà pubblica e promuovere la costruzione di nuovi, anche al fine della costituzione di poli dell’infanzia,
  • sostenere la qualificazione del personale educativo e docente e promuovere i coordinamenti pedagogici territoriali

La cabina di Regia, presieduta da un rappresentante del Ministero e formata da quattro rappresentanti del Ministero stesso e quattro rappresentanti della Conferenza unificata, propone al Ministro le linee strategiche in base alle quali valutare gli interventi delle programmazioni regionali.

Nel piano è riportato lo scadenzario con cui le Regioni devono fornire i dati utili alla valutazione dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi loro assegnati.

Giudizio della FLC CGIL

Abbiamo sperato che il Piano rendesse giustizia alle lacune del Decreto 65, a partire dall’uscita del segmento 0-3 dai servizi a domanda individuale che avrebbe dato un senso pedagogico all’impianto delle proposte e avrebbe valorizzato il modello della scuola dell’infanzia pubblica, fortemente ancorato ai criteri della legge 62 sulla parità scolastica, propedeutico a porre le basi reali per corretto sistema integrato.

Abbiamo sperato che i Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) caratterizzassero l’azione delle Regioni e degli Enti locali, a partire dalle condizioni di lavoro del personale e della qualità pedagogica, per superare la logica del servizio a domanda individuale.

Abbiamo sperato che ci fosse una implementazione della scuola statale là dove è carente ed è per questo inaccettabile che nel Piano vengano date indicazioni di sopperire all’assenza della scuola dell’infanzia statale con l’ampliamento generico dei servizi all’infanzia. Si evidenziano ancor di più le contraddizioni della legge 107 del 2015, facendo prevalere l’aspetto custodistico su quello formativo, al di là delle sbandierate finalità del Decreto.

Non è accettabile che un piano pluriennale sia ricondotto alla sola logica ragionieristica e della spartizione delle risorse, che penalizzano tra l’altro soprattutto il Sud. Nel testo manca qualsiasi riferimento alle finalità educative del sistema e al modello pedagogico che dovrebbe sostenerlo.

Certamente riteniamo positivo l’orientamento che va verso la stabilizzazione delle sezioni primavera allocate presso la scuola statale. Ciò nonostante ci risulta che allo stato attuale non ci siano ancora segnali effettivi dell’avvio del processo. Anche quest’anno la circolare sulle iscrizioni non permette alle famiglie l’accesso alle sezioni primavera per l’anno scolastico 2018/2019, come pure non ci sono segnali sulla stabilizzazione del personale precario.

La FLC CGIL alla luce di tutto questo, sollecita il MIUR e il Governo a confrontarsi con le parti sociali per una coerente applicazione del Decreto 65, per non distruggere il patrimonio rappresentato dal sistema pubblico della prima infanzia e dell’infanzia, oggetto di osservazione da parte dei pedagogisti di tutto il mondo e rispondente all’ultimo avviso dell’Europa, lo “Starting strong”, che evidenzia la positività del precoce avvio ai percorsi formativi, a partire dalla prima infanzia. La formazione compete alle istituzioni scolastiche ed educative: non è un servizio.

Nonno, cos'è il sindacato?

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