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Organici scuola 2014/2015: docenti, così non va

Conclusa negativamente al MIUR la fase dell’informazione preventiva sulla circolare e bozza di decreto: aumentano gli alunni, più 87.000 alunni negli ultimi 3 anni, ma i posti sono sempre gli stessi del 2011-2012.

27/03/2014
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Nell’incontro al ministero del 27 marzo 2014 si è conclusa la fase dell’informazione preventiva ai sindacati sugli organici del personale docente per il 2014-2015. Viene confermato quanto abbiamo già denunciato nell’incontro precedente (vedi correlati).

È gravissimo, ed inaccettabile, che a fronte di un aumento costante di alunni (+34.000 la previsione per il prossimo anno scolastico ma probabilmente si arriverà a quota 50.000 e + 87.000 negli ultimi 3 anni), a fronte di richieste di statalizzazione di alcune scuole fino ad oggi gestite dagli Enti locali, a fronte di un aumento di nuove sezioni di scuola dell’infanzia statale e per la quale lo stesso Miur prevede un incremento di circa 400 posti in organico di diritto, la dotazione complessiva di posti rimanga rigorosamente ferma a quelle di 3 anni fa, cioè a quelle dell’anno scolastico 2011-2012 (600.839 posti in totale)!

Senza poi tenere conto che, se si va a vedere la proiezione dei dati dal 2008 ad oggi, si osserva che a fronte di un aumento costante di alunni, c’è stato un taglio epocale, dal 2008 al 2011, di 81.000 posti docenti.

L’amministrazione pensa di cavarsela con una semplice compensazione tra regioni con calo demografico, cui verranno tagliati posti, e regioni con aumento di alunni. Tra l’altro senza poter conoscere i criteri con cui si intende fare tale compensazione e, dunque, senza alcuna trasparenza.

Si pensa, in sostanza, di poter far fronte a tutte queste esigenze erodendo posti agli altri settori che già sono in grande sofferenza. Ciò comporterà inevitabilmente un incrementi del numero degli alunni in classi che sono già oltremodo affollate ed in deroga anche ai parametri sulla loro costituzione ed alle norme sulla sicurezza nelle scuole.

Solo per quanto riguarda la ripartizione del posti di sostegno è chiara la modalità con cui si intende dare attuazione all’incremento dei posti (nei prossimi due anni) della quota in organico di diritto, prevista dalla legge n. 128/2013, che passerà dagli attuali 67.795 posti a 90.032, che sarà pari ad una media nazionale dell’81,69% di posti sul diritto, ferma restando quindi la dotazione complessivamente attivata nell’organico di fatto 2013-2014 (pari a circa 112.000 posti). Con la ripartizione si cercherà di determinare una quota di organico di diritto in ciascuna regione in modo percentualmente quasi uguale, consentendo comunque una quota di assunzioni in tutte le regioni da un lato ed evitando, dall’altro, di creare esubero in qualcuna di queste.

Nella bozza di circolare illustrata ai sindacati si è preso atto, positivamente in questo caso e come abbiamo richiesto nell’incontro precedente, che la quota di posti che si renderà disponibile per effetto del calcolo dei posti a 27 ore in tutte le classi della scuola primaria rimarrà comunque nella disponibilità della singola scuola e nella disponibilità di quelle stesse scuole che, ad oggi, hanno cercato di garantire il mantenimento del tempo scuola a 30 ore.

Al contrario abbiamo espresso insoddisfazione per la costituzione delle cattedre in quanto non ci sono sufficienti garanzie che le stesse, in organico di diritto, non vengano costituite sistematicamente con orario superiore alle 18 ore. Tutta la partita riguardante l’istruzione degli adulti ed i corsi di secondo livello (ex serali) verranno regolati con norma a parte. Positivo che l’amministrazione abbia accolto una richiesta del nostro sindacato di mantenere comunque intatta per il prossimo anno, in attesa che le nuove disposizioni vadano a regime, la dotazione organica degli attuali serali e CTP.

Infine, riteniamo inaccettabile anche che, a fronte di una richiesta di tutti i sindacati di incontro urgente su questi temi con il nuovo ministro, ad oggi ciò non sia ancora avvenuto.

Per la FLC CGIL tutto ciò è illegittimo perché lede in modo palese il diritto all’istruzione costituzionalmente garantito e comunque, stando cosi le cose, avvierà lo stato di mobilitazione e metterà in campo tutte le iniziative, incluse quelle legali, perché si passi dalla tante parole ai fatti concreti.