Il Manifesto per una didattica inclusiva in pillole
Pillola numero 3: la didattica a distanza, strumento d’emergenza, non può sostituire il rapporto educativo
Occorre però essere consapevoli degli evidenti limiti della didattica a distanza rispetto alla didattica in presenza, sia per cercare itinerari e modelli organizzativi che, anche in una eventuale prosecuzione dell’emergenza siano maggiormente fedeli a una più autentica relazione educativa, sia per evitare che questa modalità di realizzazione dell’insegnamento si trasformi nell’ennesimo processo di esclusione dei soggetti più deboli, in una penalizzazione degli allievi provenienti da famiglie e contesti deprivati dal punto di vista delle risorse economiche, socio-culturali e, dunque, di quelle tecnologiche.
Non solo: il clima inclusivo, risorsa per sviluppare le complessive competenze sociali e formative nei contesti in cui sono inseriti gli alunni con disabilità, non è sostituibile da un lavoro in digitale che, pur cooperativo nella migliore didattica possibile, mantiene una forte valenza individuale, perché non ci sono riferimenti fisici e con essi l’integrazione dei rapporti.
In altre parole, la scuola a distanza, oltre a compromettere il senso più autentico della relazione educativa, rischia di essere ancora più discriminatoria e selettiva di quanto possa essere quella in presenza.
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