Il MIUR si riorganizza ma a danno degli Uffici territoriali e del servizio
Il Ministro Profumo pensa di sopprimere cinque Uffici Scolastici Regionali. Misura discutibile: ne va della funzionalità del servizio. La FLC CGIL ha già chiesto un incontro.
È in discussione una bozza di Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM), in attuazione della Legge sulla revisione della spesa (Legge 135/2012), riguardante la riorganizzazione del Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca. Sull'argomento abbiamo già chiesto un incontro sia al Capo di gabinetto del MIUR, Dott. L. Fiorentino, sia alla Presidente della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni, Dott.ssa Stella Targetti.
L'incontro con la Dott.ssa Targetti è già stato fissato per il 21 novembre. Siamo in attesa di riscontro anche da parte del MIUR.
Ma va subito detto che le misure che si preannunciano, e che vengono direttamente confermate dal Ministro in risposta ad una interrogazione parlamentare, sembrano essere guidate da criteri assai discutibili: si sopprimono ben cinque Uffici Scolastici Regionali (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Molise, Basilicata) e si accorpano alla Regione vicina, si sopprimono gli Uffici Scolastici di livello provinciale, si mantengono pressoché inalterati gli Uffici ministeriali centrali.
Non è difficile ipotizzare profili di contenzioso fra Stato e Regioni laddove si procede per via amministrativa e senza quella leale collaborazione che è stata più volte richiesta dalla Corte Costituzionale quando il Governo procede su argomenti che chiamano in causa le competenze regionali.
Rimane, peraltro, tutto da chiarire il destino degli Uffici scolastici in ambito territoriale.
L'ipotesi di una riorganizzazione esclusivamente per funzioni e non più per ambiti territoriali va ponderata attentamente per ciò che concerne le ricadute sull'efficienza del servizio e sulla organizzazione del lavoro, stante la continua emorragia di personale che non viene integrato da anni ed anzi è destinato ad assottigliarsi sempre più.
È preoccupante ancora di più tutto ciò, quando si pensi che le Istituzioni scolastiche dovranno essere sottoposte ancora ad un processo di dimensionamento che va ripensato alla luce della sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimo il comma 4 dell'articolo 19 della legge 111/2011 (non obbligatorietà della istituzione degli Istituti Comprensivi e non obbligatorietà del tetto minimo di mille alunni per ciascuno degli Istituti Comprensivi stessi). Ma anche questo sarà oggetto degli incontri che abbiamo richiesto ai nostri interlocutori istituzionali.