Prorogata l’elezione del CNPI. La velocità (finta) del Governo non fa rima con legalità
Rinviato a marzo 2015 il termine per l’elezione dell’Organo di rappresentanza dell’istruzione. Il Governo ignora per la seconda volta il processo democratico e le sentenze della magistratura amministrativa che ha accolto i ricorsi della FLC CGIL
Con il Decreto cosiddetto Milleproroghe del 31 dicembre 2014 n. 192, art. 1 comma 6, si dispone la proroga dei termini per indire le elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) previsto dal D.L.vo 233/99.
Fino al 2013 ha fatto le veci del CSPI il CNPI (Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione) poi definitivamente abolito dal Governo Letta.
Ricordiamo che la FLC CGIL ha impugnato tale provvedimento abrogativo e ha ottenuto ragione sia in prima istanza sia in sede di appello. Ciò ha costretto il Governo, sotto la minaccia dell’intervento del Commissario ad acta previsto dalle sentenze, a fissare con decreto del giugno 2014 l’indizione delle elezioni dell’Organo per il 31dicembre 2014 e il termine perentorio del 30 marzo 2015 (qualora non indette entro quella data), nonché a sancire la validità degli atti fino a quel momento emanati senza il prescritto parere del CNPI (ora CSPI).
Ora, con il Decreto 192 la storia si ripete: si proroga la scadenza delle indizioni delle elezioni al 30 settembre 2015 e si sospende l’obbligatorietà del parere del CSPI fino al 31 dicembre dello stesso anno.
E’ un comportamento irresponsabile e a-democratico. Irresponsabile perché ogni atto del Governo che richieda il parere obbligatorio dell’Organo di rappresentanza nazionale dell’Istruzione (esempio le immissioni in ruolo del personale scolastico) è esposto al rischio di ricorsi per procedura illegittima. A-democartico perché fondato sulla considerazione che gli organi di autogoverno delle istituzioni pubbliche sono solo degli orpelli di cui la velocità del decisionismo dei tempi moderni può benissimo fare a meno.
Ma questa volta il Governo rischia grosso (ma ancora più gravi sono i rischi che così si fanno correre al sistema scolastico e al personale) perché la giurisprudenza consolidata non accetta che si ignorino le sentenze della magistratura nel confezionare le nuove norme.
L’iniziativa della FLC CGIL continuerà ad incalzare il Governo anche in sede giurisdizionale tenuto conto che la scuola è ormai l’unica istituzione pubblica rimasta priva del suo Organo di rappresentanza.