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Scuole italiane all'estero, dal milleproroghe una mazzata all'autonomia contrattuale

Il maxiemendamento presentato dal governo e approvato, con voto di fiducia, dal Senato contiene alcune norme che riscrivono le condizioni contrattuali contemplate nel CCNL Scuola 2006/2009 relative al personale in servizio nelle istituzioni scolastiche italiane all'estero. Ancora un volta per via legislativa vengono smantellate condizioni contrattuali.

17/02/2011
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Evidentemente quello di cancellare le fonti pattizie sta diventando, per questo governo, lo sport nazionale per eccellenza! Brunetta, Gelmini, Sacconi, Tremonti e ora Frattini sono i registi di un preciso disegno politico: smantellare il più possibile e in ogni occasione ciò che nei settori pubblici, ma anche in quelli privati, è di fonte negoziale introducendo per via legislativa nuove norme che cancellano, affossano e sostituiscono quelle di derivazione contrattuale definite dalla contrattazione collettiva. Si vuole in questo modo svilire e annullare il ruolo e la centralità del contratto collettivo nazionale.

Si tratta di un disegno che parte da lontano, rilanciato già all'indomani dell'insediamento del terzo governo Berlusconi. Basti pensare a titolo esemplificativo al collegato lavoro, al congelamento triennale dei contratti del pubblico impiego, al blocco delle progressioni di carriera nella scuola, per non parlare delle norme Brunetta su produttività, malattia, rappresentanza e così via. Tutte norme che, per via legislativa, sostituiscono norme contrattuali, con un particolare accanimento nei comparti pubblici, mettendo in seria discussione quell'autonomia negoziale sancita dalla nostra Costituzione e dal nostro stesso ordinamento.

Il governo non perde occasione per distruggere e annichilire ogni fonte pattizia, introducendo, per via legislativa, nuove norme che modificano in peius diritti contrattuali conquistati con anni di lotte. Non solo! Si vuole rendere inutile il CCNL. Si mira, soprattutto, a colpire i lavoratori, le loro rappresentanze e tutti coloro che considerano fondamentale la centralità del CCNL e i suoi valori. Si vuole infine relegare il sindacato ad una funzione servente all'azione del governo stesso. Si vuole azzerare ogni forma di democrazia, di rappresentanza e di dissenso ad una politica dannosa per il Paese, i cittadini e i lavoratori tutta indirizzata agli interessi di parte.

Nel maxiemendamento al cd milleproroghe, approvato ieri, 16 febbraio, al Senato con voto di fiducia posto dal governo, tra le innumerevoli criticità presenti – per usare un eufemismo – annoveriamo anche quella rappresentata dal comma 4 octies che riguarda il personale della scuola in servizio nelle istituzioni scolastiche e culturali italiane all'estero. Ebbene con l'approvazione di quel comma si consuma l'ennesimo attacco all'autonomia negoziale del CCNL della scuola indipendentemente da una valutazione di merito delle norme introdotte.

Vengono, infatti, in un sol colpo riscritti di sana pianta alcuni articoli contrattuali previsti nel capo X del CCNL 2006/2009 quali l'art. 109, e l'art. 116, mentre vengono congelati gli effetti di altri articoli quali l'art. 108, 113 e 115 sempre del CCNL.

Nel caso relativo al primo gruppo, viene annichilito il principio stabilito all'art. 109 in base al quale le norme sulla destinazione all'estero costituiscono mobilità professionale regolata, ai sensi del DLgs 165/2001, dalla contrattazione collettiva. Come pure vengono azzerate e sostituite d'imperio, senza prevedere tra l'altro fasi transitorie, le norme relative alla durata del servizio all'estero di cui all'art. 116 con particolare riferimento al numero dei mandati che passano da 3 a 1, alla durata del singolo mandato che va da 5 anni a nove e al periodo di permanenza complessivo che diminuisce passando da 15 anni a nove. Da qui una serie di effetti perversi che si intersecano con le condizioni soggettive e oggettive preesistenti per cui è vero che c'è chi ci guadagna immediatamente qualcosa, ma è altrettanto vero che altri vengono penalizzati nel breve e nel medio termine; comunque tutti ci perdono per via dell'abbassamento della permanenza complessiva da 15 a nove anni. Ma soprattutto ci perde il nostro sistema di istruzione all'estero che rischia di collassare per via delle preoccupanti contraddizioni presenti nel provvedimento e per l'assenza di vera politica di rilancio della nostra cultura all'estero.

Nel secondo caso vengono bloccati fino all'a.s. 2012/2013 i trasferimenti a domanda tra sedi estere previsti dall'art. 108 mentre viene prorogata la validità delle graduatorie fino al 31 agosto del 2012. Quest'ultima previsione fa presagire il riemergere dell'ipotesi di rinviare ancora un volta la indizione delle prove di selezione linguistica propedeutiche all'aggiornamento e alla riformulazione della graduatoria permanente in perfetta contraddizione, se l'ipotesi dovesse essere confermata, con quanto invece ha sostenuto il MAE nell'incontro sindacale del 15 febbraio u.s. Insomma gran parte del capo X del CCNL della scuola viene riscritto senza, peraltro, preoccuparsi degli effetti che tale riscrittura comporta.

Anche in questa circostanza si vuole affermare che la voce del padrone, nonostante la presenza di norme contrattuali, su materie di fonte pattizia la fa il governo e i suoi ministri con i loro decreti, con i loro interventi legislativi, con i loro atti amministrativi unilaterali e che il confronto sindacale non è altro che un semplice appuntamento notarile, possibilmente da evitare.

Altro che modernità! Altro che cambiamento! Si tratta piuttosto di un radicale ritorno al passato! Ossia ad un passato segnato dalla supremazia del potere politico rispetto al diritto contrattuale, dove, nel caso in specie, il governo e il MAE, si sostituiscono al potere negoziale per poter così imporre un nuovo ordine dove l'arbitrio cancella il diritto. Il tutto ovviamente condito con una buona dose di demagogia e contraddizioni da cui sarà molto difficile liberarsi visto il carattere inemendabile del Milleproroghe. Alla Camera, infatti, non rimarrà altro che approvare il testo uscito dal Senato per via della fiducia che verrà riproposta dal governo pena, per via della ristrettezza dei tempi (il decreto legge deve essere approvato entro il 27 febbraio) la sua mancata conversione in legge. Altro che dibattito, altro che confronto parlamentare, altro che democrazia!

Nel giudicare questa imprevedibile e specifica vicenda non possiamo non porci, però, il semplice interrogativo a cui per il momento non riusciamo a dare una risposta precisa. Oltre a quella politico/generale sopra ricordata qual è la ratio di un provvedimento simile di cui certo non se ne sentiva l'urgenza, né tanto meno il bisogno?

Certamente non saremmo sorpresi se, fra qualche tempo, ci accorgessimo che, dietro l'intera operazione, ci sia lo zampino o meglio l'artiglio dei soliti falchi che si annidano alla Farnesina e colli limitrofi che vogliono rilanciare un riordino del sistema scolastico italiano all'estero tutto proteso ad una privatizzazione del sistema con particolare attenzione ai corsi di lingua e cultura e perché no alle stesse scuole italiane all'estero. Su queste tendenze, purtroppo, c'è una ampia letteratura, non solo di destra ma anche trasversale, tutta orientata a ridurre il più possibile l'intervento pubblico a vantaggio di un sistema fondato sulla centralità della sussidiarietà in nome di un presunto rilancio della nostra politica culturale annacquato con l'illusione del contenimento dei costi. E il tutto magari stimolato e sollecitato dalla solita e puntuale pressione lobbistica sempre in agguato a cogliere il momento propizio per imporre le proprie logiche clientelari.

In tutto questo quadro una cosa è abbastanza chiara: l'ambiguità della delegazione trattante e della stessa Direzione Generale per il Sistema Paese del MAE che lascia veramente basiti. Come si può infatti credere che la delegazione di parte pubblica non fosse al corrente dell'emendamento varato prima in Commissione e poi assunto nel maxiemendamento dal governo? E allora perché il giorno prima, ovvero il 15 febbraio, non è stato detto niente alle Organizzazioni sindacali? Sicuramente la FLC CGIL chiederà conto di questo e dei suoi effetti a chi di dovere già fin dalla prossima riunione sindacale prevista per il 23 febbraio p.v.
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2.0.9 (testo 2)

MALAN, RELATORE

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.
(Istituzioni scolastiche italiane all'estero)

1. Il servizio all'estero del personale docente e amministrativo della scuola è prorogato, nella stessa sede, fino al raggiungimento di un periodo di permanenza non superiore complessivamente a nove anni scolastici non rinnovabili. La durata del servizio all'estero non può quindi essere superiore ai nove anni scolastici. La proroga del servizio all'estero non si applica conseguentemente al personale che abbia già prestato un servizio all'estero per un periodo pari o superiore ai nove anni scolastici. Limitatamente agli anni scolastici 2010/2011, 2011/2012 e 2012/2013, sono sospese le procedure di mobilità estero per estero relative al predetto personale a tempo indeterminato in servizio presso le iniziative e istituzioni scolastiche italiane all'estero e presso i lettorati. Sono comunque garantite le procedure di mobilità del personale in servizio presso le Scuole europee. Sono altresì assicurati i trasferimenti d'ufficio e quelli da sedi particolarmente disagiate.

2. Ai fini dell'applicazione del presente articolo, sono utilizzate sino al 31 agosto 2012 le graduatorie riformulate e aggiornate per la destinazione all'estero del personale scolastico a tempo indeterminato, relative al triennio scolastico 2007/2008, 2008/2009 e 2009/2010.».

Tag: mae

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