Adeguamento ISTAT docenti universitari: firmato il Decreto dal Presidente del Consiglio dei Ministri
Il 3 settembre è stato finalmente firmato il DPCM relativo all’adeguamento stipendiale del personale non contrattualizzato della Pubblica amministrazione.
Il 3 settembre 2019 è stato finalmente firmato il DPCM relativo all’adeguamento stipendiale del personale non contrattualizzato della Pubblica amministrazione, tra cui i docenti universitari.
Il DPCM, sulla base dei dati ISTAT, prevede dal primo gennaio 2018 un aumento dello 0,11%, a cui si aggiunge dal primo gennaio 2019 un ulteriore 2,28%. Nei mesi di ottobre e novembre gli Atenei provvederanno conseguentemente a riconoscere tali aumenti nelle buste paghe, con relativi arretrati.
Come avevamo indicato a luglio, questo adeguamento è la conseguenza, come previsto dall’art. 24 comma 1 della legge 448/1998, degli aumenti contrattuali dell’anno precedente (2018), determinati dal rinnovo dei CCNL nel pubblico impiego nel triennio 2016-2018. Tali aumenti sono stati per i contrattualizzati del 3,48%, ma partendo dal primo aprile 2018 l’ISTAT per l’anno scorso ha potuto registrare solo parzialmente l’aumento della massa salariale complessiva. Di conseguenza, come abbiamo già sottolineato, nel 2020 si registrerà un’ulteriore incremento delle retribuzioni annuali, residuale rispetto al rinnovo contrattuale del 2016/2018 e pertanto dal primo gennaio 2020 ci sarà un ulteriore aumento, intorno all’1% dello stipendio (come al solito, sarà calcolato esattamente dall’ISTAT ad aprile 2020 e quindi erogato ad autunno, con i relativi arretrati).
Come indicato nella conclusione del testo, come abbiamo sottolineato nel quadro del commento alla distribuzione del FFO 2019, le risorse per coprire questi adeguamenti stipendiali (come gli stessi aumenti contrattuali del personale tecnico amministrativo) saranno semplicemente a carico delle Amministrazioni di appartenenza (cioè, dei bilanci dei singoli Atenei). Così si riduce ulteriormente e progressivamente i fondi a loro disposizione. Una ragione in più per chiedere una sostanziale inversione di rotta (con reali e consistenti aumenti dei finanziamenti all’università ed alla ricerca, a fronte di un decennio di sostanziali tagli), prevedendo tra l’altro che d’ora in poi, come nel passato, tutti gli aumenti contrattuali ed i conseguenti aumenti stipendiali del personale docente siano coperti con risorse aggiuntive al settore e non siano semplicemente a carico di singoli Atenei. A partire dal prossimo, e ci auguriamo imminente, rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021.