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ANVUR e valutazione di sistema: Domenico Pantaleo scrive al Ministro Profumo per chiedere la sospensione del Bando VQR

Troppi elementi ancora da precisare in particolare per gli EPR coinvolti, a rischio l'efficacia del processo di valutazione. Necessaria una manutenzione al bando.

21/02/2012
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Dopo la presentazione del nostro documento sulla VQR e l’incontro di una delegazione della FLC CGIL con la presidenza dell’Anvur il segretario generale della FLC CGIL ha chiesto formalmente al Ministro Profumo di sospendere per un tempo definito il processo di valutazione al fine di integrare il bando con i suggerimenti e le proposte che sono emerse nell’ultimo periodo.

Inoltre, nella stessa lettera si chiede al Ministro un chiarimento sulle funzioni di questa attività di valutazione dopo le sorprendenti dichiarazioni di alcuni esponenti della stessa Anvur.

La lettera è stata inviata per conoscenza ai presidenti degli enti di ricerca, al presidente della CRUI e ai rettori. Infatti, è fondamentale, a nostro avviso, un maggiore protagonismo della comunità scientifica e delle istituzioni nella definizione del processo di valutazione e delle sue finalità.

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Roma, 21 febbraio 2012

Al Ministro dell'Istruzione Università e Ricerca
Prof. Francesco Profumo

e p.c.
Ai Presidenti degli Enti di Ricerca
Al Presidente della CRUI Prof. Marco Mancini
Ai Rettori delle Università

Gentile Ministro,

vogliamo porre alla Sua attenzione un problema di grandissimo rilievo del quale riteniamo debba farsi carico in prima persona.

Come Lei ben sa, pur con un certo ritardo sui tempi previsti, sta per essere avviata la valutazione di sistema promossa dall'Anvur sulla base di un bando che si riferisce all'attività degli atenei e degli enti di ricerca vigilati dal Miur nel periodo 2004-2010. Si tratta di un lavoro di straordinaria importanza che certamente contribuirà a migliorare il nostro sistema di ricerca.

Naturalmente, trattandosi di un processo assolutamente nuovo per la portata e l'impatto che avrà, merita di essere avviato con la necessaria ponderazione di tutte le sue conseguenze.

A dire il vero il tempo con il quale la VQR è stata approntata è decisamente breve se confrontato con la durata dei percorsi di analoghe esperienze in altri paesi. Il tempo, si è detto, non è un indicatore sempre affidabile della qualità di un lavoro. In questo caso crediamo di sì. Infatti, anche alla luce delle corposo dibattito giustamente sollevato non dal processo di valutazione ma dalle modalità adottate, è sempre più evidente la necessità di verificare meglio alcuni indicatori e alcuni presupposti.

In particolare, e rinviando al documento in allegato per ulteriori approfondimenti, vogliamo sottolineare due questioni.

La prima attiene alle modalità con le quali verranno valutati gli enti di ricerca: a causa di un bando costruito essenzialmente sul modello organizzativo delle università esiste il concreto rischio che gli enti subiscano una incomprensibile e inaccettabile penalizzazione. Innanzitutto per la specificità dell'output che non è fotografabile solo con criteri bibliometrici. L'attività di costruzione di prototipi, il trasferimento tecnologico, la costruzione e il mantenimento di infrastrutture e reti di rilevazione rappresentano il 30% - 40% del lavoro di queste istituzioni. In un cordiale incontro che abbiamo avuto con il Prof. Fantoni e i componenti dell'Agenzia che hanno le maggiori responsabilità sulla VQR ci è stato fatto notare che la nostra preoccupazione sarebbe infondata in quanto gli indicatori di terza missione sono sufficientemente elastici da ricomprendere al loro interno tutte le attività degli enti non misurabili attraverso la bibliometria e il giudizio tra pari. Il problema, a dire il vero, è proprio questo. Innanzitutto l'evidente marginalità di questa parte della valutazione individuata genericamente come "terza missione" non corrispondente alla missione stessa di questo processo che attiene non solo alla ricerca ma anche all'innovazione. Poi l'eccessiva discrezionalità lasciata alle strutture nell'individuare i "prodotti" che saranno oggetto della misurazione.

Altro problema rilevante è quello degli articoli con molti coautori che è strutturale del lavoro in moltissime discipline e riguarda, in particolare, gli Enti nei quali l'organizzazione del lavoro è spesso basata sulla cooperazione di differenti figure professionali che tutte insieme concorrono al raggiungimento degli obiettivi di ricerca. Il fatto che la co-authorship sia divenuto un problema da risolvere con software appositi e venga quindi, nei fatti, disincentivata è in se una assurdità. Ci sono poi altre questioni di architettura come per esempio la mancata esplicitazione della modalità con la quale verranno ponderate e normalizzate le differenze strutturali tra Enti (dal CNR con circa 7.000 dipendenti e micro-enti come il Museo storico "E. Fermi") e tra Enti e Università. Diventa quindi urgente un nuovo ed autentico confronto con gli Enti di ricerca ma soprattutto un maggiore approfondimento della conoscenza del lavoro che si svolge in queste strutture. E' indispensabile introdurre dei correttivi al bando anche se la responsabilità di non aver avanzato proposte precise dovesse essere individuata nello scarso protagonismo di alcune amministrazioni imputabile magari alla situazione straordinaria nella quale sono venute a trovarsi in questo periodo come nel caso del CNR o dell'INGV.

La seconda questione riguarda i possibili errori di approssimazione nella formula adottata per la misurazione dell'output complessivo delle Università e degli Enti. Questo è tema di estrema delicatezza perché tocca il cuore della valutazione. Ci risulta che la modalità adottata faccia si che la valutazione invece di essere un incentivo al miglioramento e alla crescita, sembra ridursi ad uno strumento punitivo. Ciò appare ancora meno condivisibile se confrontiamo questo tipo di approccio con quello delle agenzie di altri paesi dove l'attività di valutazione non ha da tempo intenti punitivi. Da ultimo, come emerso nell'ottimo dibattito che appassiona la comunità scientifica non è affatto chiaro quale apporto verrà dato dall'Anvur alla policy making del ministero vista l'evidente difficoltà di costruire un indicatore sintetico.

Indipendentemente dalle nostre opinioni riteniamo che sia a questo punto doveroso consentire un maggiore approfondimento sui problemi emersi, e in parte richiamati, nell'interesse dell'attività di valutazione, della sua credibilità, del consenso che potrà avere e quindi della sua efficacia.

Le chiediamo pertanto di sospendere per un tempo definito, che Lei vorrà indicare, la VQR al fine di consentire i necessari interventi di manutenzione del bando e in particolare per consentire alla comunità scientifica in particolare degli Epr ma non solo di dare un contributo autentico al suo miglioramento.

Da ultimo crediamo che una valutazione di sistema sia indispensabile ma dentro un quadro di risorse crescenti e con finalità di miglioramento degli atenei e degli enti di ricerca. Assistiamo, invece, al consolidarsi di una visione punitiva della valutazione che non riusciamo a capire a quale modello si ispiri. Una valutazione che dovrebbe ripartire non risorse aggiuntive ma le poche ancora disponibili, neanche sufficienti a sostenere le spese ordinarie di funzionamento. Su questo invece ci aspettiamo dal ministero un chiarimento perchè le policy di sistema sono una sua responsabilità e non attengono alla missione dell'Anvur.

Distinti saluti,

Il Segretario Generale FLC CGIL
 Domenico Pantaleo