Decreto Rilancio: estensione NASPI E DIS-COLL, correggere subito il periodo di applicazione, nel quadro di un’estensione delle garanzie di tutela per tutti i precari
ADI e FLC CGIL chiedono in un comunicato congiunto che venga istituito un fondo di garanzia per tutte le tipologie di precari che operano nell’Università.
Nonostante l’intervento di 1,4 miliardi annunciato dal Governo, le misure contenute nel cosiddetto Decreto Rilancio per quanto riguarda l’Università paiono ancora ampiamente insufficienti. Ciò risulta ancora più vero se andiamo ad analizzare più nel dettaglio i provvedimenti che riguardano la parte più precaria di chi lavora negli atenei.
In particolare, va sottolineato quanto sia carente la proroga per i dottorandi, che viene concessa solo agli iscritti con borsa di studio all’ultimo anno, creando una duplice ingiusta e incomprensibile discriminazione. Allo stesso modo, è grave che per le proroghe degli assegni di ricerca non sia stanziato alcun fondo straordinario, lasciando al singolo dipartimento la facoltà di decidere se e come finanziarle, creando anche qui i presupposti per inaccettabili discriminazioni.
A tutto questo si aggiunge la beffa dell’impossibilità di prorogare la Dis-Coll per coloro i quali hanno concluso il dottorato. Quest’ultima, come ogni altra indennità di disoccupazione o prestazione, viene versata per legge a partire dall’ottavo giorno successivo alla conclusione del proprio contratto di lavoro. Tuttavia, l’art. 92 del dl Rilancio dispone la proroga per “le prestazioni [...] il cui periodo di fruizione termini nel periodo compreso tra il 1° marzo 2020 e il 30 aprile 2020”. Questo significa che il provvedimento di fatto taglia fuori tutte e tutti i dottori di ricerca del XXXII ciclo, che hanno necessariamente iniziato a percepire la Dis-Coll l’8 Novembre 2019 (8 giorni dopo la cessazione del contratto) e che di conseguenza ne terminano la fruizione l’8 Maggio 2020. Otto giorni di differenza che lasciano, in un momento di estrema difficoltà come quello dell’emergenza Covid-19, senza nessun ammortizzatore sociale o copertura di altro tipo migliaia di persone. Tale misura escludente si aggiunge anche all’impossibilità di accesso in molti casi alle misure di indennità e incentivazione previste dai precedenti provvedimenti di emergenza.
ADI e FLC CGIL, in continuità con la campagna “Perché Noi No?” e la petizione “Ricerca è Lavoro”, oltre che con il percorso di Ricercatori Determinati, sono in prima linea affinché queste gravi diseguaglianze vengano sanate. Chiediamo pertanto che, all’interno del processo di definizione delle numerose tutele economiche e sociali nella fase di emergenza, venga istituito un “fondo di garanzia” per tutte le tipologie di precari che operano nell’università. Infine, è necessario, che in sede di conversione del Decreto “Rilancio”, non vengano escluse dall’estensione delle tutele dalla disoccupazione tantissime persone a causa di una norma parziale e insufficiente.