Abilitazioni: resi pubblici i primi pronunciamenti del TAR
Sempre più evidente la necessità di un cambiamento radicale delle abilitazioni scientifiche nazionali e delle modalità di reclutamento della docenza universitaria
Siamo ormai all'inizio di marzo 2014 e la gran parte delle commissioni per l’abilitazione 2012 hanno chiuso i lavori, sebbene rimangano almeno 12 commissioni che sono prorogate “in autotutela” e 13 commissioni di cui, ad oggi, non è dato sapere gli esiti o di cui si stanno nuovamente sorteggiando i membri. Nel frattempo, cominciano ad essere pubblicati i primi (pochi) verbali contenenti i criteri e i parametri per la valutazione dei candidati all’abilitazione 2013.
In un contesto che resta ancora confuso, e in cui si susseguono le prese di posizioni critiche sui lavori di alcune commissioni e in cui i ricorsi depositati al TAR – tanto individuali e collettivi – sembra ammontino a diverse centinaia, il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto le istanze di sospensiva fatte dal primo numero di ricorrenti. Alcune delle motivazioni addotte sono di estremo rilievo perché entrano nel merito di taluni elementi critici d’impianto sollevati in questi lunghi mesi: dai margini di autonomia delle commissioni relativamente all’uso degli indicatori bibliometrici alla natura delle proroghe concesse alle commissioni. Altre sono invece connesse in maniera diretta ai singoli casi. Le nostre strutture territoriali restano a disposizione di tutti coloro i quali volessero valutare di presentare ricorso relativamente agli esiti delle abilitazioni, consapevoli che è necessario valutare con estrema attenzione e cautela caso per caso il da farsi.
Conclusi i lavori di gran parte delle commissioni, hanno preso avvio negli atenei le procedure di programmazione e di impegno dei punti organico per il reclutamento di ricercatori a tempo determinato di tipo b, di professori di I e di II fascia (questi ultimi prevalentemente gravanti sul piano straordinario). Gli esiti delle abilitazioni, la mancata conclusione dei lavori di alcune commissioni, le incertezze relative all’avvio della seconda annualità condizionano tuttavia gravemente questa programmazione.
Dati i tempi ristretti dal nuovo insediamento, non si conosce il punto di vista del nuovo Ministro sulle procedure ASN. Non possiamo, allora, che invitiamo il Ministro a pronunciarsi quanto prima su un tema urgente e ad aprire una interlocuzione con le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria e studentesche per dare avvio ad un confronto aperto sulle moltissime emergenze in campo: dai finanziamenti al sistema universitario, al diritto allo studio; dall’assenza di prospettive concrete per i tanti giovani e meno giovani studiosi precari alla invadente burocrazia che ingessa gli atenei; dal ruolo e funzioni dell’Anvur alla necessità di mettere a verifica l’applicazione della 240/2010; dalla scarsità di prospettive di carriera per i docenti degli atenei italiani al blocco dei contratti dei personale tecnico amministrativo.
Per quanto concerne l’abilitazione scientifica nazionale, crediamo che si debba al più presto dare avvio ad una sostanziale revisione delle procedure abilitative prevedendo commissioni molto più ampie delle attuali i cui membri possano essere selezionati dalle comunità scientifiche ed eventualmente sorteggiati su liste di eletti. Riteniamo che le procedure debbano superare la logica del bando annuale per dare invece la possibilità dei singoli studiosi di veder valutato il proprio profilo accademico, così da superare la tendenza ad interpretare le abilitazioni come una procedura comparativa. Siamo quindi convinti che gli indicatori di produzione scientifica debbano essere profondamente rivisti ed adeguati ai diversi ambiti disciplinari, sicuramente superando la logica della “mediana” che mina i principi di una equa valutazione nel tempo ma anche valorizzando quegli ambiti di studio trasversali e interdisciplinari fortemente penalizzati dalle attuali procedure. Riteniamo infine che debba essere superato l’ingiustificato limite di presentazione delle attuali domande e che si debba dare quanto prima ai non abilitati della prima tornata la possibilità di partecipare ad un nuovo bando.
È necessario che il sistema universitario nazionale esca rapidamente dalla condizione di incertezza che lo attanaglia, se davvero questo nuovo governo vuole valorizzare l’Università italiana si apra immediatamente al confronto e al dibattito.