Il Ministro Giannini interviene al CUN: sono troppi i tecnici-amministrativi e l’Abilitazione Scientifica Nazionale va avanti così!
La sintesi dei lavori del CUN del 29 e 30 aprile 2014.
Il Ministro Stefania Giannini, ad oltre due mesi dal suo insediamento e dopo aver incontrato CRUI e CNSU, interviene al Consiglio Universitario Nazionale.
Preoccupanti e assolutamente non condivisibili alcune affermazioni del Ministro.
Ad una precisa domanda sulla sua improvvisa esternazione circa la presunta sovrabbondanza di personale tecnico-amministrativo, il Ministro ha ribadito con forza questa sua idea, senza peraltro sostanziarla con nessun ragionamento logico.
Il Ministro da un lato sembra continuare a non conoscere i numeri reali del personale tecnico-amministrativo, ancorché più volte le siano stati forniti anche dall’ANVUR e dal CUN. Il taglio di più di 6.000 unità in 4 anni non basta evidentemente a soddisfare il nostro nuovo Ministro!
Sarebbe interessante capire quale Università ha in mente la Professoressa Giannini. In primo luogo il Ministro dovrebbe ricordare che nei numeri del personale tecnico-amministrativo rientra anche il personale socio-assistenziale dei policlinici universitari. A meno di voler azzerare la funzione assistenziale che è propria di queste strutture di questo personale non è possibile fare a meno. In secondo luogo è necessario ricordare che le attività di sostegno alla ricerca, all’internazionalizzazione, al trasferimento tecnologico, i servizi agli studenti (dalle segreterie amministrative alle attività councelling, dall’orientamento al job placement, per indicarne solo alcune) richiedono personale qualificato. In terzo luogo, i nostri laboratori sono sempre più sguarniti di tecnici obbligando i ricercatori – spesso i più giovani e precari – a sopperire a questa mancanza svolgendo attività di manutenzione ordinaria, attività di amministrazione e gestione.
Sorge il sospetto che l’Università del Ministro Giannini sia quella in cui, per ridurre ulteriormente le spese, i docenti invece di insegnare e di fare ricerca diventino anche degli amministrativi, dei bibliotecari o dei tecnici. Magari precarizzando e esternalizzando ulteriormente i servizi agli studenti. Già oggi il carico di lavoro amministrativo sul personale docente è insostenibile e il personale amministrativo e tecnico delle Università, i cui stipendi sono bloccati ormai dal 2009, sopperisce con fatica alle proprie carenze di personale, peraltro in assenza di strumenti e di formazione.
Ha idea il nuovo Ministro che per far funzionare una macchina complessa come l’Università, peraltro soggetta a continui cambiamenti normativi ed appesantimenti burocratici, serve che qualcuno abbia le competenze e le professionalità adatte a farlo? Ha idea il Ministro che, a prescindere dalla grandezza dell’Ateneo, servono comunque gli uffici centrali che si occupano di stipendi, di carriere, di pensione, di appalti? Ha idea il nostro Ministro del lavoro che si svolge nei laboratori, nei poli museali, della carenza di personale nelle biblioteche e nei dipartimenti nelle molteplici attività di servizio agli studenti? Forse sarebbe utile che invece di pensare ossessivamente alla sua campagna elettorale per le elezioni europee, si facesse un giro per gli uffici, i laboratori, le biblioteche delle Università per tastare con mano la situazione in cui versa il personale tecnico-amministrativo.
Il Ministro ha anche chiarito, con scarso senso di coerenza, che se da un lato l’Abilitazione Scientifica Nazionale è argomento scabroso, complesso e controverso e che si hanno ad oggi oltre 1000 ricorsi alla giustizia amministrativa, la tornata 2013 non potrà che proseguire con le stesse regole e le stesse commissioni. Quindi senza riaperture e con molto probabile proroga dei tempi al 30 settembre 2014. Il Ministro ha poi detto che il suo Ministero è impegnato a salvaguardare la procedura a fronte dei ricorsi individuali “mettendo in sicurezza la situazione degli attuali abilitati”.
Per il futuro occorrerà un meccanismo semplice e con una valutazione continua nel tempo responsabilizzando la comunità scientifica che possa valutare tutti i curricula con commissioni che si alternano. Probabilmente, secondo il Ministro, andrà rivisto l’algoritmo delle mediane anche se su questo non è ancora il momento di intervenire. Quindi un momento valutativo nazionale e poi procedure di reclutamento da parte degli atenei strutturate in base a criteri e parametri standard applicati in maniera corretta. Poi valutazione ex-post sulle modalità di reclutamento attraverso la quota premiale.
Il Ministro Giannini ha rinviato al suo documento di “linee programmatiche” per quanto attiene alle politiche che intende perseguire durante il suo mandato. Ha dichiarato una sostanziale sintonia con il documento del CUN sul reclutamento, ma precisando che dovrà essere un prossimo incontro con il Ministro dell’Economia a valutare quali margini esistono sullo sblocco del turn-over e la modifica/abolizione dei punti organico.
Il Ministro ha anche detto di ritenere inadatte le attuali modalità di svolgimento dei test di accesso ai corsi di laurea a numero programmato, orientandosi verso il modello attualmente seguito dalla Francia.
Sull’ANVUR il Ministro ha detto che intende chiarire le competenze dell’Agenzia che ha esercitato un ruolo e una funzione troppo ampia.
Si è detta anche convinta della necessità di una semplificazione delle procedure con un’applicazione delle leggi in maniera meno stringente e più vicina alle necessità del sistema universitario.
Sulla questione della distanza abissale che separa il nostro sistema dai Paesi del resto dell’Europa in termini di immatricolati e laureati si è detta convinta della necessità di intervenire, pur senza puntare a risultati che ritiene per il nostro sistema paese, irraggiungibili. A nostro parere, non si è quindi colta l’effettiva portata di un fenomeno che sta compromettendo qualsiasi ipotesi di crescita del nostro Paese nel breve/medio periodo.
La prossima riunione è prevista per i giorni 13 e 14 maggio 2014.