La CRUI batte un colpo. Il Ministro ci sente?
La presa di posizione dei Rettori delle Università.
Il 24 settembre l’Assemblea Generale della Conferenza dei Rettori ha approvato (finalmente!) all’unanimità una mozione nella quale si denuncia lo stato di sofferenza degli Atenei alla luce della drammatica condizione finanziaria, e si chiede al Governo di modificare una serie di norme che stanno strangolando le Università.
Molte delle questioni poste sono del tutto condivisibili, e rappresentano richieste che anche la FLC condivide e sostiene. In primo luogo, come è ovvio, il recupero dei tagli al finanziamento: seppure con ritardo, comincia a diffondersi nella comunità universitaria la consapevolezza delle conseguenze dei tagli a partire dal 2010.
E’ più di un anno, dalla L.133, che la FLC si sforza di diffondere tale consapevolezza, ma, come spesso accade, l’Università comincia a muoversi quando l’acqua arriva al mento. E stavolta c’è arrivata davvero, se la stessa CRUI si spinge a dire che “mantenere quei tagli significherebbe provocare il crollo di buona parte del sistema universitario a partire dal 2010”.
Sulla distribuzione di fondi a carattere premiale, il 7% del FFO, la mozione afferma ciò che anche noi in un recente comunicato abbiamo sostenuto: che in un sistema strutturalmente sottofinanziato come il nostro le incentivazioni alla qualità devono provenire da risorse aggiuntive, non da quote di FFO sottratte ai pezzi più deboli del sistema.
La mozione poi sollecita una revisione complessiva dei criteri utilizzati per la distribuzione del finanziamento e la riconsiderazione degli indicatori utilizzati, con modalità accettate e condivise internazionalmente; il superamento del tetto del 90% alle spese di personale, che opera in gran parte su voci automatiche esterne alle decisioni degli Atenei, e l’avvio di un finanziamento su base triennale che consenta una programmazione responsabile di medio-lungo termine degli Atenei.
Riteniamo positiva la presa di posizione: occorre adesso capire se la Ministra Gelmini vorrà responsabilmente ascoltare la voce dei rappresentanti istituzionali del sistema universitario, visto che quella dei docenti e ricercatori, del personale tutto, degli studenti, e dei loro rappresentanti sindacali la considera superflua. E occorrerà verificare anche se i Rettori intendono far seguire i fatti alle parole: se le voci restano inascoltate, ci attendiamo che l’intero mondo dell’Università sia capace di organizzare le risposte necessarie, in uno spirito di unità e solidarietà, poiché di fronte al collasso di sistema nessuno può considerarsi al sicuro.
Roma, 25 settembre 2009