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Precari università: "irresponsabili le dichiarazioni di Martone, si dimetta"

Ferma presa di posizione del Coordinamento Nazionale Precari dell'Università FLC CGIL.

27/01/2012
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Le dichiarazioni del giovane vice-ministro del Lavoro e del Welfare, Michel Martone, che nei giorni scorsi ha sentito la necessità di stigmatizzare la condizione di disagio di numerosi studenti universitari che tardano a laurearsi ci appaiono, oltre che incaute, prive di alcun reale fondamento, se non addirittura frutto di un banale stereotipo: "chi primo arriva, meglio alloggia".

Non è opportuno ricordare al vice-ministro che l'accesso al mercato del lavoro per i giovani laureati italiani, oggi, è un problema di dimensioni rilevanti e preoccupanti che merita l'attenzione del Governo e necessita di straordinarie e urgenti misure, così come più volte evidenziato dal titolare dello stesso dicastero, Ministro Elsa Fornero, in numerose occasioni.

Ci sembra, invece, necessario sottoporre all'attenzione del vice-ministro una più semplice questione di opportunità: nel momento drammatico in cui il Governo chiede ai cittadini italiani, ai precari, alle famiglie, ai pensionati, un atto estremo di responsabilità per sostenere immensi sacrifici e "salvare l'Italia", per costruire un futuro per le prossime generazioni; può un vice-ministro, per quanto giovane e talentuoso, rendere dichiarazioni tanto irresponsabili?

O non è più opportuno, invece, in questo momento di grave crisi che ciascun cittadino, vice-ministri e professori universitari inclusi, dia un contributo al meglio delle proprie possibilità per il bene del Paese? Non è opportuno che lo stesso paradigma di rigore, qualità e merito proposto agli universitari italiani dal Governo sia valido, in primis, per i componenti del suo staff?

Il viceministro Martone si dedichi alla ricerca, approfitti delle generose opportunità che ha a disposizione nell'università, lavorando dall'interno ad un vero progetto di rinnovamento della formazione e del lavoro. E, studiando, dia un contributo per "salvare" la dignità dell'Università italiana e la propria: si dimetta.