Un appello di docenti universitari contro il precariato negli atenei italiani
Maggiori risorse in bilancio, un reclutamento straordinario di nuovi ricercatori e una riforma del pre-ruolo.
Nei nostri atenei più di centomila persone sono impegnate in attività didattiche e di ricerca. Ma solo poco più di 50.000 hanno contratti a tempo indeterminato o “in tenure”. Oltre il 90% dei giovani che intraprendono un percorso di ricerca nei nostri sono costretti ad abbandonare per mancanza di opportunità e di risorse, spesso dopo molti anni di contratti intermittenti, ad un’età lavorativa avanzata e senza particolari sbocchi. I numeri del precariato universitario sono drammatici e si accompagnano alla lenta e progressiva riduzione del corpo docente, alla contrazione dei finanziamenti al sistema universitario, alla mancanza di opportunità di riconoscimento del valore scientifico e didattico per tantissimi studiosi.
In queste settimane si sono tenute nei nostri atenei molteplici assemblee di ricercatori a tempo determinato, assegnisti, dottorandi e collaboratori con l’obiettivo di chiedere all’attuale governo un complessivo piano di investimenti finanziari e di reclutamento per l’Università italiana.
Questo percorso di discussione e di mobilitazione vedrà una tappa importante di sviluppo il prossimo 17 novembre, con un’assemblea nazionale del coordinamento “Ricercatori Determinati” che si terrà a Roma (Perché noi no?).
Allo stesso tempo, per tornare a porre l’attenzione sul dramma rappresentato dalle intelligenze e competenze che il nostro paese produce e abbandona, un gruppo di docenti, anche della FLC, ha promosso un appello e una raccolta di firme per un piano straordinario per affrontare la questione del precariato universitario.
Sottoscrivi l’appello. Invia una email a per.precari.uni@gmail.com.
Le firme all’appello.
La FLC CGIL e l’ADI hanno da subito sostenuto questo percorso di confronto e di iniziativa dei precari dell’Università. La FLC CGIL, al contempo, sostiene l’appello dei docenti in ruolo sul precariato universitario. La nostra organizzazione si fa quindi carico di promuovere entrambe queste iniziative: infatti farà quanto possibile far crescere negli atenei italiani e nel paese la consapevolezza che stiamo frustrando le aspirazioni e il valore di intere generazioni di giovani studiosi oltre che dell’intero corpo docente. È nostro auspicio che questa iniziativa possa contribuire a saldare le proteste di studenti, precari e docenti strutturati che stanno crescendo in queste settimane negli atenei italiani intorno alla richiesta di politiche di vero finanziamento del sistema universitario, di valorizzazione dei nostri atenei e di coloro che vi lavorano, di rafforzamento del diritto allo studio.