Referendum, firma contro l'autonomia differenziata

Home » Università » Università: facciamo il punto sulla sentenza della Corte Costituzionale sul costo standard studente

Università: facciamo il punto sulla sentenza della Corte Costituzionale sul costo standard studente

Un approfondimento della rivista “Articolo 33” sulle ragioni della sentenza che boccia una delega della 240 e le possibili ricadute.

16/05/2017
Decrease text size Increase  text size

Anticipiamo sul nostro sito l’articolo di Fabio Matarazzo che uscirà sul n. 5-6 della rivista “Articolo 33” in distribuzione dai primi di giugno sulla sentenza 104 dell’11 maggio pronunciata dalla Corte Costituzionale.

Come si ricorderà la Consulta ha bocciato il Dlgs 49/2012 di attuazione della legge 249/10 sul costo standard degli studenti universitari e alcuni criteri di finanziamento delle università.

La critica maggiore esposta dalla Corte è che il Governo, questa volta, non ha esercitato a pieno la delega, colmando così le lacune della legge Gelmini. Questa non-decisione è grave perché ha di fatto rimesso a organi tecnico-amministrativi il potere di deliberare su materie di competenza e responsabilità squisitamente politiche.

Le parole della Corte - che vengono ampiamente citate nell’articolo - sono pietre. Il decreto legislativo “ha, invece, lasciato indeterminati aspetti essenziali della nuova disciplina, dislocando di fatto l’esercizio della funzione normativa del Governo, nella sua collegialità, ai singoli Ministri competenti, e declassando la relativa disciplina a livello di fonti sub-legislative con tutte le conseguenze, anche di natura giurisdizionale, che una tale ricollocazione comporta sul piano ordinamentale”.

La sentenza 104 è un precedente importante che potrebbe avere conseguenze significative su un’altra delicatissima questione.

Di recente il MIUR ha emanato le linee guida dell’Anvur sulla selezione degli atenei a cui concedere maggiori finanziamenti. Sono stati ammessi 352 dipartimenti alla gara per scegliere i 180 fortunati che si spartiranno 271  milioni stanziati nell’ultima legge di stabilità. Anche qui, i dipartimenti cosìdetti di eccellenza, saranno individuati da una commissione composta da sette membri, variamente designati e nominati dal Ministro. Le università statali cui afferiscono i dipartimenti collocati nelle prime 350 posizioni della graduatoria possono presentare domanda diretta a ottenere, per ognuno di essi il finanziamento medio di 1.350.000 euro annui. Infine le università sono obbligate a vincolare le risorse ricevute a favore dei dipartimenti prescelti.

Con buona pace delle prerogative del Parlamento, della trasparenza, dell’autonomia universitaria.

Leggi l’articolo

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Non solo ai banchetti nella tua città,
ora puoi firmare anche online.

FIRMA SUBITO