Tavola rotonda "ANVUR e politiche di sistema"
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15.00
"Il sindacato non ha timore della valutazione, ma i modelli per valutare non sono neutri" così Domenico Pantaleo, Segretario generale della FLC CGIL, ha aperto i lavori di un'importante iniziativa della FLC CGIL: "Prospettive della valutazione e politiche di sistema: attori a confronto" che si è tenuta il 17 maggio 2012 a Roma presso la sede centrale del CNR.
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Si è parlato del modello ANVUR per la valutazione dell'università e degli enti di ricerca e del bando VQR che determina le modalità di partecipazione e gli indicatori.
Hanno partecipato all'incontro e alla tavola rotonda ospiti importanti. I relatori, oltre a Pantaleo, Alberto Baccini, Giorgio Sirilli, Giuseppe De Nicolao, molto critici sul modello ANVUR, il Ministro Francesco Profumo, il presidente dell'ANVUR Stefano Fantoni, il presidente della CRUI Marco Mancini, il presidente del CNR Luigi Nicolais, i presidenti di INFN e INVG Fernando Ferroni e Stefano Gresta, il segretario nazionale della FLC CGIL Francesco Sinopoli.Leggi le nostre valutazioni sull'iniziativa
15.15
All'intervento del Segretario generale della FLC CGIL hanno fatto seguito alcuni contributi introduttivi a cura della redazione di ROARS (Return On Academic ReSearch) con le relazioni di Baccini, Sirilli e De Nicolao.
La valutazione della ricerca in un paese ritardatario: modelli a confronto
Alberto Baccini, professore ordinario di economia politica presso l’Università di Siena
L’Italia arriva in ritardo all’adozione di strumenti di valutazione del sistema nazionale della ricerca. Questo ritardo avrebbe potuto rappresentare un vantaggio: adozione di modelli già collaudati da altri paesi o disegno di un sistema originale che evitasse errori già compiuti e documentati in altre esperienze. Il disegno istituzionale appare caratterizzato dalla indebita sovrapposizione tra decisioni politiche e questioni tecniche inerenti la valutazione. Questa confusione si riflette esemplarmente nel fatto che l’ANVUR non è una agenzia indipendente di valutazione, ma una executive agency del ministero. Anche dal punto di vista della conduzione del VQR la scelta italiana è inedita. L’ANVUR ha scelto di procedere su una via intermedia tra modello britannico (RAE REF), basato esclusivamente sulla peer review, e modello australiano (ERA2010). La scelta non appare sufficientemente robusta, ma sarebbe ancora possibile correggere le distorsioni più macroscopiche.
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La VQR: struttura e impatto sulla comunità scientifica e gli EPR
Giorgio Sirilli, dirigente di ricerca presso l’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie (ISSiRFA) del CNR
La VQR è un progetto incompiuto, che va meglio specificato e che è stato progettato per valutare l’università. La metodologia non si addice agli enti pubblici di ricerca e, inesorabilmente, li penalizza. La VQR rappresenta un’attività molto impegnativa, il cui costo è valutato in circa 300 milioni di euro, che deve essere dunque svolta a livelli di qualità adeguati, con la necessaria trasparenza e con la reale partecipazione della comunità scientifica nazionale. Vi è un notevole disagio negli enti di ricerca che si manifesta nel rifiuto dei ricercatori di conferire le informazioni all’ANVUR: per un paradosso della metodologia, il 20% degli “obiettori” ha avuto un impatto del 37% sull’indice di produttività, rendendo non credibile la valutazione.
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VQR: diagnosi, patologia e prognosi della bibliometria fai-da-te
Giuseppe De Nicolao, professore ordinario di automatica presso l’Università di Pavia
Nella VQR 2004-2010 (Valutazione della Qualità della Ricerca) la confusione tra valutatori e progettisti dei criteri della valutazione ha favorito la nascita di 14 bibliometrie fai-da-te, una per ogni area scientifica. Questo, non solo ha portato all’adozione di soluzioni scientificamente dubbie, ma sta anche compromettendo l’uniformità del metro di giudizio all’interno delle singole aree. A tutto ciò si aggiungono i paradossi conseguenti all’uso di punteggi negativi per penalizzare i prodotti mancanti. Non potendo descrivere in dettaglio tutte le bibliometrie delle 14 aree, la presentazione ne illustra i problemi attraverso due esempi paradigmatici. Il primo è relativo alla classificazione automatica delle riviste mediante la media di classifiche multiple. Il secondo illustra gli effetti dell’uso di soglie bibliometriche eterogenee all’interno dell’Area 09.
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16.15
La tavola rotonda
Ha avuto come protagonisti Stefano Fantoni, Presidente ANVUR, Fernando Ferroni, Presidente INFN, Stefano Gresta, Presidente INGV, Luigi Nicolais, Presidente CNR, Marco Mancini, Presidente CRUI, Francesco Sinopoli, Segreteria nazionale FLC CGIL. Moderatrice Anna VILLARI, direttrice rivista Articolo 33. Nel corso della tavola rotonda anche alcuni interventi di Francesco Profumo, Ministro dell'Istruzione dell''Università e della Ricerca.
L'operato dell'ANVUR è stato chiamato in causa più volte nel corso degli interventi introduttivi a cura della redazione di Roars. "Siamo partiti con il piede sbagliato?" chiede Anna Villari, direttrice della rivista Articolo 33, nell'aprire la tavola rotonda. Secca è stata la replica del Presidente dell'ANVUR Stefano Fantoni: "quanto è stato detto finora non è corretto"; i tecnici dell'ANVUR, sottolinea, riuscirebbero a dimostrarlo in un confronto "vero". 450 persone hanno discusso, in un tempo necessariamente breve, delle varie ipotesi, alcune delle quali presentate anche in questa sede, sottolinea Fantoni, e c'è stato anche un arco di tempo (due mesi) nel quale è stato possibile far pervenire suggerimenti prima di arrivare al modello definitivo.
Non è per nulla preoccupato di come sta procedendo il lavoro dell'ANVUR, ma più che sui dettagli tecnici, a Fantoni preme intervenire su altri due aspetti: i costi e la questione bibliometria vs peer review.
"Stiamo lavorando con 10 milioni di euro, dei quali in questo momento stiamo usando solo quelli che ci sono stati assegnati che sono 6,4 milioni. Questa cifra rappresenta l'1,2% della distribuzione premiale". Una affermazione esplicita per rispondere alle critiche avanzate riguardo i costi elevati del progetto che arriverebbero a circa 300 milioni di euro (si veda il contributo di Giorgio Sirilli). È un fatto positivo, ha tenuto a precisare Fantoni, che l'università stia lavorando in maniera massiccia a tutto il processo di valutazione; ai 300 milioni a cui si faceva riferimento prima andrebbe data questa rilevanza.
Sul secondo aspetto, ha proseguito Fantoni, l'ANVUR è andata in direzione di un mix tra bibliometria e peer review. Ha anche precisato che nelle aree umanistiche c'è il 100% di peer review e che ci saranno anche dei processi di peer review che serviranno per fare dei check delle valutazioni sulla bibliometria.Il prof. Fantoni ha voluto poi smorzare le critiche rivolte all'ANVUR circa un'eccessiva taratura del modello di valutazione sull'università. "Il senso e l'importanza degli enti di ricerca è estremamente rilevante" ha detto, augurandosi anche che la valutazione dimostri ciò che lui si aspetta: che i nostri enti di ricerca sono di grande valore. Rassicura i presenti (siamo nel principale ente di ricerca italiano, il CNR) che le loro specificità verranno tenute in considerazione da una valutazione "corretta e congrua".
Una fatto contestato più volte al prof. Fantoni sono i sei lavori contro i tre che sono riservati ai ricercatori degli enti. L'ANVUR, ha tenuto a precisare Fantoni, deve valutare l'università non soltanto dal punto di vista della ricerca ma anche dal punto di vista della didattica e della governance, cosa che invece non è tenuta a fare per gli enti di ricerca, dove l'unica cosa che viene valutata e la loro produzione di ricerca.
Alla domanda di Anna Villari riguardo alla possibilità di distendere i tempi della sperimentazione e di introdurre delle correzioni al progetto, visto il carattere "dialogante" della discussione, il prof. Fantoni è possibilista purché nei tempi "giusti" perché sulla valutazione "non si può stare a discutere per anni e anni".
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Ad Anna Villari che chiedeva se c'è ancora spazio per un accordo con ANVUR per rimodulare i criteri di valutazione al fine di poter tenere conto delle specificità del CNR, il Presidente del CNR Luigi Nicolais ha risposto sottolineando innanzitutto come la valutazione sia essenziale per valorizzare il merito e la qualità. In questa convinzione ritiene che sia necessario sgombrare il campo da false notizie accreditate da certa stampa, che vorrebbe i ricercatori CNR restii a sottostare a qualunque valutazione: i ricercatori affrontano valutazioni continuamente, ad esempio ogni volta che sottopongono un lavoro per la pubblicazione. Tuttavia il Presidente ha puntualizzato il fatto che l'ANVUR, come ente terzo, valuta la struttura, ma non può valutare i singoli ricercatori per non togliere autorevolezza all'Ente, cui spetta questo compito. Nella valutazione degli Enti è importante definire le missioni di questi: per l'Università lo scopo principale è formare le classi dirigenti del futuro e per fare questo è necessario svolgere attività di ricerca di alto livello, ma la missione principale resta la formazione delle classi dirigenti del futuro. Al CNR è richiesto senz'altro di produrre ricerca di alto livello, ma nel contempo anche di saper capire i risultati della ricerca nella logica del loro trasferimento al contesto produttivo, al sistema industriale. Di fronte a queste diverse missioni, i ricercatori sono preoccupati dalla possibilità di sperequazioni nella valutazione. Per questo bisogna affrontare la questione della presenza dei ricercatori CNR nell'ANVUR. In particolare il Presidente Nicolais ha proposto la costituzione di un gruppo di lavoro che possa affiancare l'ANVUR al fine di evidenziare le competenze dell'Ente per una valutazione più completa. Per far ciò il CNR necessita di un po' di tempo.
Nicolais ha evidenziato inoltre che sarebbe utile tener conto della valutazione condotta dal CNR nel 2009, svoltasi in modo molto accurato, sia tenendo conto della produzione scientifica ma anche con le visite dei panel di valutazione nelle sedi degli istituti.
Quanto alle critiche mosse alle procedure di valutazione decise dall'ANVUR, Nicolais ha sottolineato come tali critiche debbano essere considerate e discusse perché in un contesto scientifico è doveroso mettersi continuamente in discussione con l'obbiettivo di migliorare. D'altra parte questa è una sperimentazione ed è giusto che vengano sollevate delle critiche proprio per mettere a punto il metodo di valutazione nel modo migliore.
Infine, intervenendo al termine delle domande poste dal pubblico, il Presidente del CNR ha dichiarato che si sta lavorando per superare le difficoltà dell'Ente nel gestire i progetti europei ed ha informato di come nei giorni scorsi il CNR abbia contribuito alla costituzione del Global Research Council di cui fanno parte i principali enti di ricerca a livello mondiale.
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Secondo il Presidente della CRUI, Marco Mancini, la fase che attraversa il sistema universitario italiano è cruciale; l'accelerazione del percorso valutativo della VQR si affianca ad un processo che resta però in ombra: quello dell'abilitazione per l'accesso ai concorsi che costituisce una valutazione parallela e simultanea che ad oggi non ha trovato concretezza.
Secondo Mancini la valutazione deve far emergere, quale constatazione politica, che nelle università si valutano costantemente i singoli e le strutture. Un elemento di distinzione nel complesso del comparto pubblico in una fase di “critica ai fannulloni”. È necessario mostrare e rivendicare con orgoglio che Enti e università sono soggetti a valutazione e autovalutazione, anche con redistribuzione delle risorse. Mancini sottolinea tali processi di valutazione attivano processualità positive: a partire da una maggiore pubblicità dei risultati della ricerca che determina competizione tra le strutture.
Quindi la valutazione non può essere interrotta, anche se è vero che nelle università si è attivata una macchina complessa. Mancini ha brevemente discusso il rapporto tra FFO e valutazione, evidenziando come l'università attraversa un momento delicato nel quale l'FFO è traballante nelle cifre. Il Presidente auspica che le cifre attuali siano ormai consolidate e che siano un punto oggi di non ritorno. Anche perché una valutazione in decremento di risorse rischia di accentuare lo stesso decremento delle risorse. Ancora, la valutazione della didattica rimane per gli atenei una questione aperta, le università sono già valutate con due indicatori semplici ma discutibili: percentuali di immatricolati e rilascio crediti frazionati sull'anno. Devono invece essere presi in considerazioni altri e più efficaci parametri. Mancini auspica anche la ripresa in tempi rapidi - promessa dal ministro - degli interventi sull'edilizia ed ha rimarcato come, da professore di area umanistica, sia molto preoccupato per l'uso troppo disinvolto in questi settori della bibliometria.In ultimo, Mancini ha sollevato i problemi aperti della legge Brunetta - sottolineando quanto su questo tema il documento della FLC CGIL sia condivisibile - relativamente alla duplicazione dei processi di valutazione. Mancini sottolinea il lavoro svolto insieme con l'ANVUR di confronto con la Civit per far sì che si possano sovrapporre i momenti della valutazione e farli convergere nelle loro fasi comuni per non duplicare i passaggi e appesantire le strutture.
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In apertura del suo primo intervento, il Ministro Francesco Profumo ha espresso apprezzamento per la nostra iniziativa e condivisione per molte delle questioni poste. Serve maggiore flessibilità. Ritiene che sarebbe auspicabile una nuova discussione pubblica in cui far confrontare le tesi dei tecnici ANVUR con quelle esposte nel dibattito odierno e invita tutti a lavorare per organizzarla.
Il Ministro sul tema delle abilitazioni ha affermato che il ministero incontra difficoltà nella costruzione delle mediane anche se il problema non è legato tanto alla valutazione individuale dei candidati, quanto alla definizione commissioni: ossia nel definire mediane che permettano ad un numero adeguato e qualificato di professori di accedere alle commissioni.
Il Ministro ribadisce la necessità di competere sul piano europeo per attrarre finanziamenti – e ricorda che l'Italia recupera tra il 70 e l'80% di quanto collochiamo sul piano europeo: l'Italia versa all'Europa circa 1.7 miliardi di euro e ne perde quasi 500 milioni l'anno. Questo è un problema in relazione a Horizon 2020: il Ministro afferma che solo recuperando quanto si perde ogni anno è possibile finanziare anche quei settori scoperti dalle priorità europee. La ricerca italiana non è abbastanza capace di costruire reti, peraltro mostrando una forte debolezza nella leadership dei progetti nonché di condivisione delle regole europee. È importante ricordare che dal 2014 e con Horizon non ci saranno più quote/paese, si compete per le risorse senza alcun vincolo. In questa ottica e in vista di Horizon la valutazione serve a rafforzare il nostro sistema della ricerca per evidenziarne i punti di forza, non deve avere una ottica punitiva.Quanto agli esiti in termini di distribuzione delle risorse della VQR, nel corso della tavola rotonda, il Ministro ha sottolineato come la valutazione premiale è solo per una sua quota parte connessa alla produttività scientifica, che oggi è legata alla precedente valutazione Civir. Nei prossimi anni si sostituiranno i risultati del Civir con quelli della VQR. La valutazione delle strutture, ha proseguito il Ministro, non è la mera sommatoria delle valutazioni di singoli: è importante non commettere gli errori del Civir condizionati da una pesatura "accademica" più che scientifica dei prodotti inviati. In tal senso è decisiva la responsabilità delle strutture.
In ultimo, il Ministro ha confermato che nell'utilizzo dei risultati della valutazione il ministero terrà conto delle differenze tra enti e università, nonché tra modelli diversi di università (grandi, medie, piccole, specialistiche).
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Anna Villari ha chiesto al Presidente dell'INGV se l'attuale modello di valutazione proposto tiene in dovuta considerazione i prodotti legati al monitoraggio delle aree sismiche e dei vulcani attivi su tutto il territorio nazionale, effettuato dell'INGV. Stefano Gresta, prima di rispondere, ha ringraziato la FLC CGIL per l'invito ricevuto, perché "occasioni di discussione come questa permettono di contribuire a evidenziare eventuali criticità e a trovare le dovute e condivise soluzioni".
Prendendo spunto dalle relazioni introduttive e dagli interventi che lo hanno preceduto ha fatto una prima considerazione. "Nel corso della mia carriera - ha detto - prima al CNR e poi accademica, ho partecipato a diversi concorsi; alcuni sono andati a buon fine ed altri no. Sulla base dei parametri citati sulla valutazione e secondo la metrica in discussione, non avrei vinto qualche concorso in cui sono risultato vincitore; mentre forse avrei ne vinto qualcuno che invece ha avuto esito negativo. Pertanto ho piena cognizione che la valutazione dei prodotti della Ricerca è un esercizio molto complesso, che diventa ancora più delicato quando si deve associare la pubblicazione o il prodotto a un singolo ricercatore. Tuttavia, la valutazione è indispensabile; soprattutto oggi è una necessità a cui non si può rinunciare. Quindi sì alla valutazione, ma nell'attuale contesto, solo dell'Ente". In quest'ottica, fin dalle prime fasi del lavoro ha chiaramente comunicato ai dipendenti INGV (Ricercatori e Tecnologi) che: la valutazione è sull'Ente; i risultati non verranno utilizzati all'interno dell'INGV sui singoli.
"L'Istituto che presiedo - ha poi proseguito - è ai primi posti delle varie classifiche sia europee che internazionali per le pubblicazioni nei settori di competenza (Vulcanologia e Sismologia) a dimostrazione che il lavoro di ricerca che svolgiamo è apprezzato su scala ampia".In merito alla domanda, le citate attività rientrano nella cosiddetta Terza Missione, secondo il bando VQR. Su tale problematica e criticità da affrontare il Presidente Gresta intende aggiungere e sollecitare attenzione. Dietro alle poche parole “attività di osservazione, monitoraggio e sorveglianza delle aree sismiche e vulcaniche del nostro paese” stanno tre sale operative (Roma, Catania e Napoli) che operano in regime di h24, 7 giorni la settimana; reti strumentali che contano centinaia di stazioni per l'acquisizione in tempo reale di diversi parametri; campagne di misura di parametri geofisici e geochimici a terra e in mare; rilievi geologici; implementazione di reti di trasmissione dati; realizzazione di nuovi strumenti di misura, sviluppo e gestione di laboratori complessi. Il Presidente Gresta ha tenuto a precisare che è estremamente difficile tradurre in parametri atti alla valutazione tutto ciò. Inoltre l'INGV persegue numerose altre attività, non meno strategiche, che ha così sommariamente riassunto:
- coordinamento di grandi progetti internazionali;
- progettazione e realizzazione di speciali laboratori e infrastrutture finalizzate allo studio dei fenomeni naturali (p.e. Laboratorio sottomarino nello Ionio, costa siciliana, in collaborazione con CNR e INFN);
- educazione al Rischio, in particolare sismico e vulcanico;
- attività di formazione di personale docente delle scuole;
- una rete Museale e di divulgazione (p.e. Museo Vulcanologico dell'Osservatorio Vesuviano, Museo di Rocca di Papa).
- sale espositive annesse ai Centri di Sorveglianza Sismica e Vulcanica (p.e. Catania, Stromboli, Lipari).
Su un punto il Presidente Gresta ha insistito, sostenendo che "nelle riflessioni e nelle successive elaborazioni su questo tema, si dovrebbe tenere in debito conto la molteplicità di attività che un Ente di ricerca come l'INGV svolge". Il rischio che altrimenti si corre "è che alcuni settori anche importanti della nostra attività scientifica e tecnologica siano sottovalutati o non valutati affatto".
Nel suo secondo intervento ha poi ricordato brevemente che, nel momento in cui sono sorte delle criticità nella procedura di conferimento dei prodotti, ha facilmente interagito con l'ANVUR, riscontrando ampia disponibilità e collaborazione.
Alla scadenza richiesta, cioè il 15 maggio, quasi tutti i ricercatori e tecnologici dell'INGV avevano inserito i loro prodotti; soprattutto dopo aver chiarito i dubbi sul copyright dei pdf. In ogni caso, pur ampiamente perfezionabile, l'attuale strumento consentirà di “fotografare” l'attività dell'INGV nel periodo 2004-2010. L'auspicio del Presidente Gresta è che al tavolo per l'elaborazione del prossimo bando siano ben presenti rappresentanti degli EPR._______________________
"La scelta di far presentare 6 prodotti cadauno per i dipendenti degli enti di ricerca – ha esordito il Presidente INFN, Fernando Ferroni - non fitta con i professori universitari che hanno incarichi di ricerca presso gli enti, che devono comunque presentare 6 prodotti". La valutazione, ha detto, è un esercizio nobile e non possiamo vivere senza. Ma la valutazione è un fatto culturale e non si può inventare da un giorno all'altro. Nell'ente che presiedo per avere l'esperimento finanziato si deve convincere la comunità scientifica della bontà dell'esperimento e si provvede a fare una simulazione con un programma chiamato Montecarlo, in cui si ipotizzano un percorso e si dimostra che il percorso che si vuole intraprendere è sensato e porterà a dei risultati. Con la VQR questo non è stato fatto, e i rinvii per la presentazione dei lavori è la dimostrazione che c'erano delle premesse sbagliate.
Nella legge costituente per la valutazione (partita nel 2004) c'erano scritte delle cose che non riflettono più la realtà odierna. C'è la necessità di vedere qual è oggi lo stato della ricerca e fare una fotografia che identifichi meglio la situazione.L'INFN la sua valutazione interna la fa già con un comitato valutatore internazionale. Lo scopo di questa valutazione non vuole prendere a riferimento gli enti di ricerca italiani, ma è importante per verificare il proprio lavoro rispetto ad enti di ricerca esteri che operano nello stesso campo della fisica. E' un lavoro di valutazione che l'INFN porta avanti da molti anni e ci sono seri dubbi che il comitato per la VQR abbia chiesto a quello INFN se avesse suggerimenti da dare.
Il sistema messo in piedi per la VQR è molto complesso e l'INFN non si può permettere di muoversi in modo democratico. L'INFN ha messo a punto un sistema di accesso per modificare i lavori inseriti, ha pensato ad un Montecarlo affinché i lavori inseriti non si escludessero a vicenda, di fatto ha negato l'indipendenza dei ricercatori. Bisogna però spiegare ai ricercatori perché si è scelta questa strada. La VQR riguarda solo ed esclusivamente la valutazione dell'ente e non del singolo ricercatore; il singolo ricercatore deve essere valutato internamente all'ente. Un editorialista del Corriere della Sera vorrebbe sapere i nomi dei ricercatori che vengono inseriti nella VQR, "ma questo è un dato che come presidente dell'INFN non darò mai".
L'ANVUR, sostiene Ferroni, deve spiegare a queste persone che pensano di valutare il sistema valutando il singolo, le ragioni per cui c'è una netta differenza tra valutare un ente e valutare il ricercatore. Gli esperimenti di fisica delle alte energie sono esperimenti che coinvolgono 20 sezioni dell'INFN, per costruire un esperimento come LHC ci sono voluti 15 anni di progettazione, in cui non si sono fatte praticamente pubblicazioni; da quando LHC ha iniziato a prendere dati si è passati a fare una pubblicazione al giorno in media.
Un ente di ricerca è concepito per produrre lavori e conoscenza, si avvale di macchine “infernali”. Per fare un esempio il centro di Adroterapia senza l'INFN non si sarebbe mai riusciti a farlo, ha impiegato investimenti che superano il miliardo di euro, oltre a fare ricerca è pensato per curare, ma per la VQR questo esperimento vale un punto come una qualunque altra pubblicazione. Questa è una delle storture della VQR che dovrà essere sanata.Nella seconda parte del suo intervento Ferroni ha ribadito che bisogna sgombrare il campo che la valutazione della VQR possa riguardare l'individuo.
L'INFN ha messo in piedi una “macchina da guerra” per soddisfare le richieste dell'ANVUR, poi i tempi si sono dilatati. I ritardi dell'ANVUR ci sono perché l'agenzia non ha capito le conseguenze che portato il sistema che ha messo in piedi. L'ANVUR avrebbe dovuto chiamare gli enti di ricerca e stabilire con loro le modalità per la valutazione. Il Paese deve funzionare con regole precise.
Il Ministro ha detto che questa valutazione è una sperimentazione: l'ANVUR faccia tesoro di queste parole, e l'INFN è contento che si sia fatta questa precisazione.Il presidente dell'ANVUR, ha tenuto a sottolineare Ferroni, deve valutare molto bene prima di fare una dichiarazione ad un giornale, perché le dichiarazioni rilasciate ad un editorialista del Corriere della Sera sono direttamente veicolate all'opinione pubblica senza tante spiegazioni. Chi rappresenta un'istituzione deve assumersi la responsabilità delle dichiarazioni fino all'ultima parola.
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All'invito di Anna Villari di portare nella tavola rotonda il contributo del nostro sindacato alla discussione, Francesco Sinopoli, Segretario nazionale FLC CGL, ha esordito così "abbiamo ascoltato la posizione del Prof. Fantoni che ringraziamo per la sua presenza e disponibilità alla discussione. Gli amici che hanno offerto le loro straordinarie competenze valuteranno, anche insieme a noi, come dar corso alla proposta di un nuovo confronto con i tecnici ANVUR avanzata dal Ministro Profumo".
Sinopoli, ha fatto alcune brevi considerazioni, perché ha preferito lasciare spazio al dibattito. In primo luogo, ha affermato che le policy di sistema sono delle responsabilità del Ministero e che è un grave errore pensare di delegarle all'ANVUR. L'idea che questa agenzia rappresenti la soluzione ad ogni problema dell'università e della ricerca oltre ad essere sbagliata, ha sottolineato Sinopoli, produce una eterogenesi dei fini perché deresponsabilizza gli attori. Diversamente dal Presidente del CNR pensa che alcuni conflitti all'interno delle discipline siano profondamente ideologici e l'ANVUR non sia neutra. La costruzione di una classifica di riviste può diventare, ad esempio, una resa dei conti interna a scuole scientifiche e non un fatto tecnico.
Molti altri problemi sono stati denunciati nel corso dei mesi e anche oggi. Sinopoli si chiede per quale ragione non si possa, a fronte di ciò, intervenire su un modello di valutazione introdotto per la prima volta nel nostro Paese. Si chiede anche a cosa sia dovuta la rigidità che abbiamo incontrato in questi mesi. Sarebbe davvero singolare, ha precisato, se questo processo non avesse carattere sperimentale di fronte alle complessità che stanno emergendo e alle voci di dissenso che si sono levate, da ultima quella dell'Accademia dei Lincei.
Viene apprezzata da Sinopoli la disponibilità del presidente del CNR a costruire un gruppo di lavoro che entri nel merito della VQR avanzando proposte di modifica. Per quanto riguarda l'autosospensione dei ricercatori CNR ha fatto notare che si tratta della manifestazione legittima di un dissenso forte che deve essere ascoltato. Tutti gli strumenti di lotta sono valutati come utili da chi li adotta, non certo dalle controparti. Non ritiene che sia accettabile, quindi, una discussione su questo piano.
Nel tirare le fila di questa giornata di approfondimento, Sinopoli ha espresso soddisfazione per la qualità della discussione ed evidenziato che ci sono stati dei passi in avanti da parte di tutti. "L'obiettivo era riaprire il confronto - ha detto Sinopoli - e mi pare che ci siamo riusciti. Adesso misureremo gli atti concreti e in base a quelli decideremo come proseguire la nostra iniziativa".