Referendum del 12-13 giugno: votare è il diritto più importante che abbiamo
Ora tocca a noi. Nucleare, acqua, legittimo impedimento: andiamo a votare in massa quattro volte SI ai referendum del 12-13 giugno 2011.
Editoriale di Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL, pubblicato su il giornale della effelleci n. 3 di maggio 2011.
Il 12 giugno io andrò a votare ai referendum. Sono in gioco questioni fondamentali per la democrazia e per affermare un'altra idea di sviluppo. Saremo in tanti a non cadere nell'inganno del Governo e delle sue manovre dilatorie per impedire al popolo sovrano di pronunciarsi. Il Governo fa finta di annullare le leggi oggetto del referendum, ma poi, con l'improntitudine che lo caratterizza, il presidente del consiglio rassicura i potentati economici e finanziari interessati al business del nucleare e della privatizzazione dell'acqua che è solo un rinvio per far fallire il referendum.
Ma cosa crede che abbiamo l'anello al naso e ci beviamo qualunque panzana ci rifili?
Andare a votare ai referendum è un modo per riaffermare la nostra dignità di cittadini.
Il voto è l'espressione della volontà e dell'opinione di ciascuno di noi. Il vezzo che va diffondendosi di astenersi per fare annullare le consultazioni referendarie è segno di inciviltà politica e manifesta tutta l'irresponsabilità di chi lo propone. Quale altro mezzo democratico hanno i cittadini per far valere le proprie ragioni rispetto ad un Governo arrogante ed autoritario ed una politica che è distante dai propri sentimenti? Oltre un milione e mezzo di cittadini hanno chiesto che il popolo si pronunci su tre questioni importanti: il programma nucleare, la privatizzazione dell'acqua, il legittimo impedimento. Sono tutti problemi che ci riguardano da vicino, che toccano la nostra vita.
È giusto che tutti ci pronunciamo secondo i nostri convincimenti. Che queste leggi siano confermate o siano abrogate deve dirlo il responso del voto e non l'ignavia di chi non ha il coraggio del confronto.
Una consultazione elettorale vuol dire che qualcuno vince e qualcun altro perde. Il Governo teme di perdere, soprattutto sul nucleare, e quindi cerca di annullare il voto. Chi non ha il coraggio del confronto non merita il rispetto dei cittadini.
Nucleare, acqua, legittimo impedimento, questi i temi del referendum, sui quali né la stampa, né la televisione informano, neppure la televisione pubblica e questo la dice la lunga su quanto faccia paura il pronunciamento popolare, la libera espressione delle opinioni. Ormai siamo di fronte ad un sistema informativo servile che "inculca" il pensiero e gli interessi di un Presidente del Consiglio e di un Governo moralmente e politicamente impresentabili.
Io voterò SI a tutti e quattro i quesiti perché voglio una società più libera, più giusta e più sostenibile. Per questo bisogna votare contro il nucleare, contro la privatizzazione dell'acqua e contro le leggi ad personam.
Quello che riguarda il nucleare è contenuto nella legge 133/2008 che, in barba al risultato del referendum del 1987, fa ripartire in Italia un programma per la costruzione di centrali nucleari. Il nucleare costa troppo, non è sicuro, è impensabile in un territorio così densamente popolato e così altamente sismico come il nostro. Che gli altri ce l'abbiano non è una buona ragione. Dal 1987 si sarebbero potute sviluppare ben altre energie alternative e un ben altro sistema di risparmi e razionalizzazioni energetiche.
Sull'acqua voterò per abrogare due norme, una, contenuta nella legge 133/08 (sempre lei, ben conosciuta nei nostri settori per i tagli pesanti che introdusse), che privatizza i servizi pubblici di rilevanza economica, l'altra contenuta nel Dlgs 154/06 che lascia mano libera ai proprietari dell'acqua di aumentare a piacimento le tariffe. L'acqua è vita e spetta a chiunque, anche a chi non ha la possibilità di pagare. Laddove è stata privatizzata, il servizio è peggiorato e i costi sono aumentati. Sarà un affare solo per qualcuno. L'acqua è il più importante bene comune per tutti i popoli della terra.
Infine il legittimo impedimento. Vorrei che fosse abrogata la norma della legge 51/2010 che offre al presidente del consiglio e ai ministri l'opportunità di sfuggire alle aule dei tribunali nel caso siano imputati di reati. Non mi piace che i potenti siano impunibili e impuniti. L'investitura popolare degli eletti non è un salvacondotto per delinquere.
Questa è la mia opinione. Spero che tanti la pensino come me. Ma spero che tutti vadano a votare, perché l'espressione del voto è il diritto più importante che abbiamo.
Dunque io andrò a votare il 12 o il 13 giugno e poi con la coscienza di avere fatto il mio dovere, me ne andrò al mare con la mia famiglia.