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Blocco degli scrutini nelle scuole della Provincia di Teramo contro #labuonascuola di Renzi

"La buona scuola non la vogliamo".

11/06/2015
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Da Cityrumors.it abruzzo

Giulianova. Molti docenti, anche in Provincia di Teramo, aderiscono al blocco degli scrutini proclamato da quasi tutte le sigle sindacali, come atto di protesta simbolica contro il contenuto del DDL cosiddetto “Buona scuola” e contro le modalità con cui esso, in via di approvazione al Senato, è stato discusso.

In particolare l’Istituto Crocetti-Cerulli e il Liceo Scientifico Curie di Giulianova, il Polo Liceale Saffo e l’Istituto Moretti di Roseto e l’Istituto Pascal di Teramo hanno redatto un documento per precisare le ragioni della protesta. “Siamo consapevoli che questo creerà disagio ai docenti (noi compresi) e alla dirigenza; sentiamo tuttavia urgente il bisogno di manifestare il nostro profondo dissenso nei confronti dello stravolgimento della Scuola (un Organo costituzionale, come sosteneva Calamandrei) prospettato da questo disegno di legge, perfino più funesto della già deleteria riforma Gelmini.  Precisiamo che lo sciopero non è contro il Dirigente Scolastico, i colleghi che non hanno aderito, gli studenti e le loro famiglie, ma contro una proposta di legge che delegittima la scuola pubblica e ne cancella i connotati costituzionali di luogo del libero confronto formativo e di strumento per l’educazione e la costruzione di pari opportunità per tutti i futuri cittadini.
Poco importa se saremo contati “a persona” e non a scrutini bloccati.  Poco importa se, nelle nostre scuole, l’ “utenza” quasi non si accorgerà dello slittamento perché recupereremo, più o meno, nei tempi previsti. Poco importa se siamo l’unica categoria che, oltre a rimetterci denaro, deve anche recuperare lo sciopero.  Quello che importa è far sapere a tutti che non è questa la riforma di cui ha bisogno la scuola. Lo abbiamo detto con le fiaccolate, i flash mob, lo sciopero del 5 maggio (data altamente simbolica!), i presidi sotto le prefetture, lo sciopero della fame a staffetta, le petizioni al Presidente della Repubblica e al Presidente del Senato. E continueremo a dirlo per tutto il tempo necessario ed in tutti i modi possibili. Noi insegniamo ai nostri alunni a sviluppare un pensiero autonomo, libero, a saper dissentire con garbo, a ragionare in grande anche nelle piccole cose”.

I docenti affermano di non potersi tirare in dietro e sottolineano i 10 punti critici del DDL:

  1. presenta un vuoto progettuale pedagogico e didattico, perché ha l’unico scopo di tagliare fondi alla scuola pubblica per dirottarli nelle scuole paritarie, contro il dettato costituzionale.
  2. parla di “massicci investimenti” nella “buona scuola”, mentre per 22 volte ripete che tutto verrà fatto “senza oneri aggiuntivi”;
  3. sbandiera assunzioni, che sono invece solo turn over e atti dovuti (vedi sentenza della Corte di Giustizia Europea);
  4. non “stabilizza” nessuno, perché i contratti a tempo indeterminato saranno senza la sede di titolarità;
  5. priva i docenti della libertà di insegnamento, esponendo i più fragili a sentirsi ostaggio dei poteri forti;
  6. prevede erogazioni liberali soggette al credito d’imposta del 65%, che accrescerà il divario fra scuole di serie A e di serie B;
  7. permette ad enti privati d’influenzare la costruzione dei curricula e delle materie di insegnamento;
  8. segna la fine della contrattazione collettiva, art. 23, comma 5 che recita: “Le norme della presente legge sono inderogabili e le norme e le procedure contenute nei contratti collettivi, contrastanti con quanto previsto dalla presente legge, sono inefficaci”;
  9. introduce la “chiamata diretta” degli insegnanti, violando la Costituzione;
  10. affida, insidia pericolosissima, 10 deleghe in bianco al Governo, per fare successivamente, senza discussione parlamentare, quello a cui si finge di rinunciare ora.

“Ricordiamo che gli insegnanti della vera buona scuola pubblica non hanno timore della valutazione e non sono autoreferenziali, come hanno cercato di far credere all’opinione pubblica. Ma non è affidando la loro valutazione al Dirigente Scolastico, che la scuola migliorerà. E’ invece necessario – concludono – un organismo autonomo e indipendente. Per questo, con garbo, dissentiamo”.

Lo sciopero degli scrutini coinvolge anche la scuola media di Morro d’Oro, il Liceo Scientifico, l’Istituto Di Poppa e l’istituto Alessandrini-Marino-Rozzi di Teramo. Nelle altre scuole i docenti hanno scioperato autonomamente senza coordinarsi tra loro.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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