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Il ministero cancella i debiti con le scuole. E scoppia la rivolta

Due lettere da Roma propongono il condono tombale. Gli istituti bolognesi perderebbero 1 milione e 300mila euro.

11/02/2015
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la Repubblica

Di Ilaria Venturi

Le scuole bolognesi attendono da anni che il ministero all’Istruzione saldi il conto: un milione e 300mila euro. Soldi che dovevano essere dati, ma che non sono mai arrivati, per pagare i supplenti e le ore in più fatte dagli insegnanti, per il funzionamento degli istituti. Crediti registrati ogni anno nei bilanci scolastici come "residui attivi". Con la speranza, prima o poi, di vederli arrivare. E invece cosa succede? Sono arrivate due lettere da Roma che suggeriscono di cancellare tutto. Ed è rivolta nelle scuole.

Crediti toppo vecchi, "vetusti", scrive la Direzione per le risorse umane del ministero agli istituti e ai revisori dei conti: "Attesa l’attuale situazione finanziaria di bilancio dello Stato e in considerazione delle vetustà temporale di residui attivi che risultano ancora iscritti nei bilanci si auspica che gli stessi possano essere radiati", firma il direttore Jacopo Greco. Un auspicio che diventa qualcosa di più in una mail inviata ai presidi dalla Direzione generale per il bilancio di viale Trastevere: "Si raccomanda di radiare i residui attivi esistenti". Una sorta di condono tombale che ha fatto scattare la protesta.

"Scandaloso — corre la rabbia nel web e su Rete scuole — di quei soldi le scuole hanno bisogno come il pane". Molti consigli di istituto a Bologna hanno già deliberato un ribelle "no, grazie": "Quei soldi li vogliamo". A far scoppiare il caso è la FLC CGIL regionale, pronta a dare battaglia: "La cancellazione di quei crediti non passerà". Si tratta di residui accumulati dalle scuole tra il 2006 e il 2010, coi i ministri Moratti, Fioroni e Gelmini. "Le scuole hanno anticipato quelle cifre ogni anno, con i soldi in cassa, ma anche con i contributi dei genitori. Sono serviti a pagare i supplenti", spiega la segretaria della Flc-Cgil Emilia Romagna Raffaella Morsia. "Lo Stato deve pagare i debiti contratti anche con la pubblica amministrazione. Già l’anno scorso abbiamo chiesto un monitoraggio sui residui inevasi. Per poi fare un piano di rientro, anche nel tempo. Ma non la cancellazione. Ci sono docenti che aspettano il pagamento di ore fatte in più dal 2011, offensivo".

A Bologna la richiesta di radiazione è arrivata, per ora, in 22 istituti, che vantano complessivamente un credito di più di un milione e 300mila euro. Qualcosa è stato dato, ma sono spiccioli rispetto alle cifre che le scuole dovrebbero cancellare, tramite delibere dei consigli di istituto. Alle Laura Bassi sono arrivati diecimila euro, ma il liceo ne dovrebbe avere 112mila. Il Mattei di San Lazzaro vanta 172mila euro di residui da saldare. Il Copernico è a credito per 117mila euro, l’istituto comprensivo 9 per 50mila, l’Ic 12 per 33mila. In provincia le cifre più consistenti riguardano le scuole di Ozzano (112mila euro) e Crevalcore (119mila).

"Noi abbiamo ignorato la richiesta, è una follia: siamo a credito di 120mila euro e non vogliamo certo cancellarli dal bilancio, sono soldi utili alla scuola — commenta Mariafrancesca Fochi, presidente del consiglio di istituto del comprensivo 8, le scuole di Saragozza -. In compenso ci hanno dato 13mila euro: ma come si pensa possano bastare per far funzionare cinque plessi di elementare, una materna e una media?".


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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