Oristano. Scuola, adesione massiccia al blocco degli scrutini
I sindacati parlano di cifre mai viste prima in provincia, vicine al 90 per cento. Il segnale dell’ostilità dei docenti verso la riforma ipotizzata dal Governo.
La Nuova Sardegna
di Michela Cuccu
Novanta per cento di adesioni nelle scuole della provincia, al blocco degli scrutini e per la maggior parte degli studenti delle classi che non erano d’esame, ci sarà ancora da attendere per conoscere l’esito dell’anno scolastico. Fin qui, la conseguenza che potremmo definire “pratica” di una protesta che per i sindacati ha però un significato da non trascurare. «Mai vista tanta adesione ad uno sciopero indetto in questa forma», commentavano ieri mattina i segretari provinciali di tre fra i sindacati più rappresentativi: Gigi Taras della Cgil; Luciano Cariccia dello Snals e Antonio Tola della Cisl. Il blocco degli scrutini, indetto, anche se con modalità differenti, da tutte le sigle sindacali, ha insomma avuto effetti dirompenti. Il primo è appunto nell’adesione, vastissima, da parte dei docenti. «Quanto basta a confermare il profondo dissenso da parte del mondo della scuola pubblica verso le scelte compiute dal Governo, ma indica anche una condizione di malessere e preoccupazione da parte del corpo docente». La prima avvisaglia sull’adesione massiccia al blocco degli scrutini in realtà era arrivata in occasione dello sciopero generale della scuola, che, anche in provincia di Oristano, aveva registrato una percentuale altissima di adesioni. Ora, con gli scrutini (in alcuni istituti comprensivi, soprattutto per quel che riguarda la scuola Primaria, fanno notare i sindacalisti, alcune classi sono state regolarmente “scrutinate”), arriva la conferma quasi scontata: il Decreto sulla “Buona scuola” è tutto da riscrivere. Intanto i sindacalisti ieri raccontavano di episodi indicativi di un dialogo non facile fra corpo docente e dirigenti. «È successo che in alcune scuole, come a Nuraxinieddu – i dirigenti abbiano convocato gli scrutini di domenica, adducendo come motivazione l’impegno di parte del corpo docente nelle commissioni d’esame fuori sede - dicono –. Ipotesi, quella degli scrutini domenicali, consentita dalla normativa, sia chiaro, ma che assume il gusto di una sorta di ritorsione nei confronti dei docenti che avevano aderito allo sciopero. Infatti, gli scrutini si sarebbero potuti svolgere di sabato pomeriggio, cosa che invece non è avvenuta».