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Lo Human Technopole di Rho: tecnologie umane applicate alla qualità della vita, ma non a quella dei ricercatori

Un enorme quantità di risorse assegnate senza alcun bando e consegnate essenzialmente alla fondazione IIT.

25/02/2016
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Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha presentato ufficialmente il progetto definitivo dello Human Technopole, al quale verrà affidato una piccola porzione dell'area Expo. Il grande polo scientifico tecnologico milanese si focalizzerà sulla comprensione della correlazione fra nutrizione, genomica, invecchiamento e aspettativa di vita. Qual è allora il problema, a parte il nome in inglese di un istituto di ricerca nella terra di Manzoni?

Si tratta di una questione economica, e di un problema relativo allo stravolgimento delle regole di selezione del personale. Inoltre il concessionario di questa manna è l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ovvero una fondazione privata finanziata direttamente dal Ministero dell’economia e delle finanze, associato in questo progetto ai tre atenei milanesi ed a diversi istituti di ricerca di area confindustriale.

Dal punto di vista finanziario, al Tecnopolo verranno stanziati 1,5 miliardi di euro in dieci anni, mente la legge di stabilità ha imposto un ennesimo anno di tagli mascherati al settore pubblico dell'università e della ricerca. Infatti, il definanziamento del sistema universitario ha raggiunto quota 1,1 miliardi di euro (fonte Ocse), mentre il totale degli stanziamenti a favore degli Enti pubblici di ricerca ammonta a 1,7 miliardi, dei quali 400 milioni sono rastrellati direttamente dai centri di ricerca statali da commesse pubbliche e private (trasferimento tecnologico). Basterebbe ricordare che il più grande ente pubblico di ricerca italiano, il CNR, che con 8.400 dipendenti e migliaia di precari ha un bilancio di circa 506 milioni di euro  con cui è impossibile ormai svolgere l’attività ordinaria da molti anni.

Il progetto milanese a prescindere dall’importanza dei filoni di ricerca è perciò un esempio di destrutturazione del sistema pubblico della ricerca: non a caso  è prevista l’assunzione dei ricercatori e dei tecnici amministrativi per chiamata diretta, vista la sua natura privatistica alimentata con soldi pubblici. Verranno “chiamati” 1.000 tra ricercatori, tecnici e amministrativi e più 500 dottorandi forniti dalle università. Per quest’ultimo contingente si tratterà di vero e proprio sfruttamento, dal momento che i dottorandi percepiranno una borsa di studio e non uno stipendio e saranno costretti a lavorare come polli in batteria, (perché non immaginare invece una situazione da cottimisti dell’era fordista, applicata alla ricerca?) con buona pace della libertà di ricerca. Va aggiunto, inoltre, che i tecnici amministrativi che dipendono attualmente dall’IIT di Genova, 300 unità, sono stati assunti con contratto individuale, perciò al di fuori della legislazione sul lavoro, e di ogni contrattazione collettiva nazionale, come spesso accade nei consorzi di ricerca. È perciò molto probabile che lo stesso accada per i lavoratori dello Human Technopole di Rho.

Infine, va ricordato che nel 2008 l’IIT ha ricevuto in dotazione il patrimonio finanziario della Fondazione IRI pari a circa 130 milioni di euro, ossia soldi pubblici che provenivano dalle spoglie della più grande holding industriale pubblica del paese. Questo ennesimo trattamento di favore per l’IIT come abbiamo già evidenziato dovrebbe far sollevare l’indignazione e la protesta di tutta la comunità scientifica, e dell’intero sistema dell’informazione, contro questo governo, che con una mano toglie fondi e risorse all’alta formazione pubblica, scientifica e universitaria e alla ricerca, e con l’altra, sostiene operazioni come lo Human Technopole assolutamente prive di trasparenza e illegittime, sia sul piano dell’uso delle risorse che su quello del reclutamento di tutto il personale. 

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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