Liceo del made in Italy: concluso l’iter parlamentare con scarsa chiarezza in fase di iscrizioni
Il disegno di legge, recante “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, è ormai in dirittura di arrivo. Ma la confusione è alle stelle.
Il disegno di legge recante “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, è ormai in dirittura di arrivo, pur rappresentando un autentico pasticcio per scuole, studenti e famiglie che facevano riferimento all’importante esperienza del Liceo Economico Sociale. La nuova versione del provvedimento, con le modifiche al testo originario e approvate definitivamente dalla camera (AC 1341), è stata presentata al Senato (AS 958) in data 11/12/2023 e mercoledì 20 dicembre, il testo è stato approvato definitivamente anche dal Senato senza apportare ulteriori modifiche. La parte inerente alla scuola, è contenuta nel titolo III “Disposizioni in materia di Istruzione e formazione”, artt. 18 e 19 e introduce importanti novità (vedi testo DDL allegato). Vediamo di seguito le più importanti.
Nel testo definitivo, il nuovo percorso liceo del made in Italy si inserisce, a pieno titolo (art. 18, comma 1), nell'articolazione del sistema dei licei (di cui al DPR n. 89/2010, art.3) modificando il testo iniziale del Governo secondo cui l’opzione del liceo del made in Italy fosse introdotta solo come opzione collegata esclusivamente al liceo delle scienze umane previa soppressione dell’opzione economico sociale. Non è una differenza da poco, certamente, anche perché il nuovo testo lascerebbe intendere che in questo modo sia superata la confluenza dell’opzione economico sociale nel liceo del made in Italy previa trasformazione della opzione in vero e proprio percorso liceale al pari degli altri percorsi liceali (liceo artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico e, appunto, delle scienze umane).
Ricordiamo che il mantenimento dell’opzione Economico sociale rappresenta una richiesta molto sentita e diffusa soprattutto all’interno della rete dei licei economico-sociali a cui, come FLC CGIL, abbiamo subito espresso sostegno e supporto con uno specifico seminario di approfondimento già in occasione della diffusione delle prime bozze del ddl, oltre che in audizione alla Camera dei Deputati. Da ricordare che anche la Conferenza unificata, sul provvedimento in esame, ha chiesto di conferire il giusto incardinamento dell’indirizzo Made in Italy quale opzione integrativa e non sostitutiva dei Licei Economico-Sociali nel proprio parere del 6 settembre 2023.
Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, sarà adottato un regolamento per definire il quadro orario degli insegnamenti e dei risultati specifici di apprendimento del percorso liceale del «made in Italy». (art. 18 comma 2).
Purtroppo, però, la novità positiva riportata sopra viene messa direttamente in discussione dai successivi commi (art. 18, commi 4 e 5):
- il comma 4, infatti, prevede che, a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025, possono essere attivati percorsi liceali del «made in Italy» a partire dalle classi prime e contestualmente l'opzione economico-sociale “presente all'interno del percorso del liceo delle scienze umane di cui all'articolo 9, comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, confluisce nei percorsi liceali del made in Italy ferma restando, per le classi successive alla prima, la prosecuzione, ad esaurimento, dell'opzione economico-sociale”;
- Il comma 5, se possibile, confonde ulteriormente il quadro perché autorizza l’avvio del Made in Italy di cui al comma 4, ma in via transitoria e nelle more dell'adozione del regolamento di cui al precedente punto 2) e previo accordo tra l' USR e la Regione.
Quindi, l’avvio del percorso liceale del Made in Italy ha conseguenze diverse a seconda che lo si analizzi in base al comma 1 o commi 4 e 5 dello stesso art. 18 del ddl.
In altri termini:
- In base al comma 1 è un percorso liceale che, si aggiunge a 6 percorsi preesistenti, ma ancora in attesa di un regolamento di definizione dei quadri orario (e quindi non attivabile dall’a.s. 2024/2025);
- In base ai commi 4 e 5, invece, nelle more della predisposizione del regolamento mancante, l’adozione del made in Italy, in via transitoria, è possibile ma solo a condizione che il LES confluisca nel percorso liceale del made in Italy!
UN ULTERIORE ELEMENTO DI CONFUSIONE: IL PIANO DEGLI STUDI
Il ddl ha predisposto, il piano di studi (allegato A) del primo biennio del made in Italy (in allegato la tabella DDL 958 art. 18 c. 5). Dal prospetto si evince che il ddl:
- elimina gli insegnamenti Scienze umane (antropologia, metodologia della ricerca, psicologia e sociologia);
- raddoppia le ore di insegnamento di Diritto ed Economia politica
- aggiunge l’insegnamento della Storia dell’arte
- diminuisce le ore di insegnamento della seconda lingua straniera.
Al riguardo, diventa difficile capire come possano essere rispettate le previsioni di invarianza degli oneri a carico della finanza pubblica e l’assenza di esuberi di docenti in una o più classi di concorso e di personale ATA, come previsto all’art. 18, comma 5.
Difficile, a questo punto, stabilire quale sia la vera finalità didattica e ordinamentale del nuovo liceo. Pertanto, nella confusione che si sta determinando proprio nella fase delle iscrizioni, la FLC CGIL ritiene che le istituzioni scolastiche che erogano l'opzione economico-sociale del percorso del liceo delle scienze umane, debbano evitare salti nel buio con l’adozione del Liceo del made in Italy a partire già dal prossimo anno, soprattutto in considerazione degli effetti che, in base al quadro orario, la scelta del nuovo indirizzo potrebbe sortire sugli organici del personale scolastico.
Permangono tutte le criticità segnalate nel merito di questa estemporanea introduzione che, finora, ha avuto un solo esito certo: cancellare la straordinaria esperienza dei licei economico sociali che negli ultimi anni hanno avuto una crescita costante e un evidente riconoscimento della qualità del percorso.
La FLC CGIL prosegue nella mobilitazione per la difesa della scuola secondaria di II grado pubblica che questo ministro vuole, invece, sempre più asservire alle esigenze delle imprese e ai bisogni formativi del mercato, limitandone sia la durata, come con la sperimentazione dei quadriennali (meno studio e più apprendistato), che la qualità, come con lo stravolgimento degli istituti tecnici e la cancellazione dei LES.