Università: un’abilitazione scientifica nazionale che proprio non va
Anche il CUN boccia il documento dell’ANVUR sui valori-soglia.
Lo abbiamo detto tante volte, lo hanno ripetuto i soggetti più svariati che lavorano e conoscono l’Università. L’abilitazione scientifica nazionale non ha funzionato, ha prodotto dei “mostri” e un contenzioso giudiziario infinito.
La colpa sta nella legge 240/10, in quella devastante stagione di furore ideologico per trasformare l’Università in un oggetto a uso e consumo di pochi, in quella cattiva politica che ha reso l’Università più povera e più piccola, indietro anni luce rispetto agli altri sistemi europei, ma non solo, fanalino di coda nel diritto allo studio.
L’ANVUR poi ci ha messo del suo, colpevolmente lasciata, da questo evanescente MIUR, a dirigere le politiche di sistema dell’Università.
Dopo il disastro delle “mediane”, arrivano oggi i “valori-soglia”.
L’ANVUR accelera nella direzione di un’ASN che diventa sempre più una valutazione comparativa, sempre meno un riconoscimento di maturità scientifica.
Già la legge 240/10 si è dimostrata un fallimento, ci volevano ora solo questi esegeti per portare allo stremo il sistema.
Più volte è stato dimostrato come un premio Nobel con le “modalità” ANVUR sarebbe ancora in cerca di un lavoro.
E ora arrivano questi valori-soglia che se approvati “orienteranno” la ricerca, spingendo verso settori e ambiti di ricerca immediatamente premianti, distogliendoli da altri, magari di nicchia o più innovativi e interdisciplinari.
Questo tra l’altro dice il Consiglio Universitario Nazionale nel suo parere sul documento ANVUR. Un parere molto “duro”, circostanziato e che bene mette in evidenza tutte le cose che non vanno.
E che dire del fatto che non si tiene in alcun conto i periodi trascorsi in congedo obbligatorio? In particolare per le ricercatrici a tempo determinato, dove i periodi di attività scientifica sono più ristretti, il non conteggiare il congedo per maternità rischia di produrre l’uscita dal sistema universitario, visto che se non si acquisisce l’abilitazione al termine del periodo a tempo determinato si è “espulsi”. Un’inaccettabile discriminazione!
Insomma, una proposta dell’ANVUR da respingere al mittente per avviare davvero un nuovo percorso, partecipato e democratico per provare a rimettere insieme i cocci di questo disastrato sistema universitario.
La FLC CGIL, da ultimo nell’incontro con la CRUI, ha già per parte sua evidenziato alcuni dei temi su cui non è più possibile il disinteresse e il silenzio.
Sarà necessaria una mobilitazione di tutti i lavoratori dell’università, stabili o precari che siano e degli studenti per uscire dall’emergenza e rilanciare il ruolo del sistema di istruzione e ricerca di questo Paese.