#nonscherziamo con l'una tantum ai precari
Martedì 7 ottobre, in un flash mob e una conferenza stampa la denuncia della FLC e NIdiL CGIL.
#NONSCHERZIAMO, questo dicono le magliette dei co.co.co. e degli assegnisti di ricerca della FLC CGIL che in questo momento stanno mettendo in scena un flash mob nella piazza antistante Montecitorio e che alle 13.00 terranno una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Sotto tiro è una vicenda assurda di cui sono stati vittime molti lavoratori precari: le indennità di disoccupazione erogate ai co.co.co. delle scuole, ai dottorandi e agli assegnisti di ricerca delle università, sono state chieste indietro dall’Inps cinque anni più tardi.
Nel 2014 numerosi ex co.co.co., attualmente precari e/o disoccupati, si sono visti recapitare a casa una lettera dell’Inps con la quale si chiedeva la restituzione delle indennità di disoccupazione “una tantum” per collaboratori “erroneamente” erogate in precedenza (mediamente circa 4.000 euro). L’una tantum infatti esclude inspiegabilmente i collaboratori del pubblico impiego, ma a causa di una norma confusa e di dubbia interpretazione alcune sedi Inps negli anni passati hanno erogato il beneficio anche a tali lavoratori.
Per denunciare questa storia non si poteva che usare il registro dell'assurdo, ecco perché il flash mob coinvolge ignari passanti cui sono state rivolte richieste impossibili, che sembrano uno scherzo, ma in realtà non sono poi così diverse dalla vicenda che ha visto per l'ennesima volta penalizzati i più deboli. Una vicenda che è ormai emblema della condizione di sfruttamento e di discriminazione di cui sono vittima coloro che lavorano con contratti precari, soprattutto quando si tratta dei contratti più precari tra i precari: quelli parasubordinati.
Dopo la denuncia della FLC CGIL e di NIDIL, l'Inps ha sospeso le richieste di restituzione, passando la parola al Governo.
Ed è proprio al Governo che chiediamo di mettere definitivamente la parola fine a una vicenda che ha dell'assurdo e di estendere a tutti i lavoratori gli ammortizzatori sociali senza sperequazioni tra una categoria e l’altra, soprattutto in presenza di un contratto con poche tutele come quello dei co.co.co., del quale ci auguriamo presto la scomparsa insieme alle altre decine di contratti a “tutele decrescenti”.
La FLC CGIL da sempre si batte per l'estensione a tutti degli ammortizzatori sociali e per un reddito minimo garantito, ovvero per un nuovo welfare universale e inclusivo che sappia rispondere alla domanda di protezione sociale di chi lavora con contratti discontinui, di chi cerca lavoro, dei tanti giovani che dopo il percorso di studi si trovano senza alcun sostegno davanti a un mercato del lavoro respingente.
Non c'è più tempo per l'attesa: nei comparti della conoscenza, drammaticamente affollati da cococo e tipologie contrattuali precarie, è urgente garantire a tutti un sostegno quando scade il contratto, a maggior ragione per gli assegnisti di ricerca dell'università che vedono nel 2014 scattare la famigerata ora X prevista dalla altrettanto famigerata riforma Gelmini: l'ora in cui scadono i quattro anni di assegno di ricerca, individuati come limite massimo di proroga di tale forma contrattuale e che, dato il sostanziale blocco del turnover e il definanziamento dell'università, rischiano di causare l'ennesimo grande esodo di cervelli dalle nostre università.
Ora la parola al Governo.