Precari della conoscenza: la FLC CGIL chiede stabilizzazione, diritti, tutele
Il lungo percorso della FLC CGIL nella rivendicazione di stabilità, maggiori diritti e tutele per i lavoratori precari: dal 2006 a oggi.
Nel 2006 la FLC CGIL ha sottoposto all’attenzione di tutti il tema del precariato nella conoscenza lanciando la campagna “Mai più precari”: parte importante del percorso di riflessione, nato da una preoccupazione che ora assume i tratti dell'emergenza, culminato con l’istituzione del Coordinamento precari FLC CGIL come organo statutario, sancito nel 2010 dall’ultimo congresso, che ha visto anche il raddoppio dei precari nel Comitato Direttivo Nazionale FLC.
La nostra richiesta di stabilizzazione per i lavoratori precari, connessa all'esigenza di continuità didattica e del servizio come elemento qualificante del percorso formativo degli studenti, alla qualità del servizio e al diritto ad avere prospettive future proprio di ogni persona, è parallela ai percorsi vertenziali e politico-contrattuale (il Giornale della effelleci n. 7 di settembre 2010).
La vertenza sulla "Ricostruzione di carriera" per i lavoratori precari della FLC CGIL è cominciata nel 2008, quando, a marzo, è stata lanciata l'iniziativa che ha dato il via a migliaia di tentativi di conciliazione, fatti a livello provinciale, per porre le basi dell'attuale azione giuridica.
La CGIL è il sindacato dei diritti e dei lavoratori, la rivendicazione di stabilità, diritti e tutele accomuna la FLC e la Confederazione: il problema del precariato, trasversale a tutte le categorie e diventato emergenziale in questa fase di crisi, che il Governo continua a non affrontare, ci vede tutti coinvolti nell'elaborazione di strategie, politiche e vertenziali, che vadano finalmente verso una soluzione certa e definitiva. La possibile strada costituita dalla richiesta di trasformazione di reiterati contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato ha molte sfaccettature: nel settore privato, il lavoratore che subisce la reiterazione di contratti a tempo determinato per più di tre anni viene tutelato attraverso la conversione in rapporto di lavoro a tempo indeterminato; nel settore pubblico è prevista soltanto una tutela risarcitoria. Questo prevede ad oggi la normativa italiana. Sulla possibilità di aprire nuove porte, con un percorso vertenziale di questo tipo, ad una piena tutela effettiva del lavoratore pubblico nel caso in cui l’assunzione a termine avvenga con altre procedure selettive, diverse dal concorso ma idonee a garantire il rispetto dell’art. 97 Costituzionale, dopo gli ultimi pronunciamenti di alcuni giudici del lavoro, è aperta un'ampia riflessione comune fra la FLC e la CGIL. E' fondamentale che la struttura di una simile vertenza sia talmente solida da superare tutti i gradi di giudizio, senza esporre i lavoratori ad una vittoria in primo grado che venga poi annullata nei gradi successivi: vogliamo certezze, non creare illusioni.
Il nostro paese si sta distinguendo per un'altra legge, la Legge183/10 sul Collegato lavoro, che non contiene misure di sostegno al lavoro pubblico o privato, ma un chiaro indebolimento dei diritti dei lavoratori: ad esempio, la riforma del contenzioso del lavoro e l’intervento su materie finora decise nell’ambito della contrattazione collettiva ora invece stabilite unilateralmente dalla legge. Per i lavoratori precari si apre un vera corsa contro il tempo nel caso dell’impugnativa del termine apposto sul contratto: ci sono 60 giorni di tempo dalla scadenza, termine di cui la CGIL ha chiesto la correzione perché lo ritiene illegittimo, che si applica anche ai contratti già scaduti! Nel caso di contratti già scaduti i 60 giorni decorrono dal 24 novembre data di entrata in vigore della legge 183. Finora, invece, la legge non prevedeva alcun termine per l’impugnativa dei contratti in questione. Aver reso facoltativo il tentativo di conciliazione, inoltre, impedisce una veloce soluzione delle controversie.
I nostri esperti giuridici quanto prima formuleranno un parere legale sulle tematiche vertenziali legato ai temi della precarietà anche alla luce dei peggioramenti normativi introdotti dalla Legge 183/10.
Il nostro impegno continua! Come abbiamo dimostrato con la proposta "Operazione centomila" ci sono tutte le condizioni per garantire diritti, tutele e stabilità.
Non ci fermeremo: siamo dalla parte del giusto, siamo dalla parte dei lavoratori.