"Voi soli nella zona rossa, noi liberi per la città". Con questo striscione gli studenti romani hanno sbeffeggiato il "palazzo" che pretendeva di isolarli. Hanno mostrato la faccia autoreferenziale e scomposta di un potere capace solo di autocelebrarsi, ma incapace di confrontarsi con quel popolo che – a parole – chiama sovrano. La protesta dei giovani.

Bravi studenti, è stata una bella lezione a tutta la politica.
E bravi gli studenti torinesi che vestiti da garibaldini si sono raccolti davanti a Palazzo Carignano, sede del primo Parlamento dell'Italia unita per ricordare che il Risorgimento è stato un movimento di giovani e anche adesso sono i giovani a pretendere quel futuro che gli viene negato.

Oggi il Senato ha approvato il ddl Gelmini sull'università. Solo per dire che il governo è forte e fa le cose. Poco importa se sono sbagliate e se il paese non le vuole.

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La scuola, l'università, la ricerca sono beni che appartengono a tutti. Questo Governo li ha considerati "cosa sua" e ne ha fatto scempio. Ma il bisogno di riforma è forte, perché senza conoscenza, senza cultura e senza ricerca un paese langue, precipita nell'inciviltà, perde persino le sfide economiche. Ma le riforme sono processi complessi e soprattutto condivisi. Non sono colpi di mano e non si fanno senza investimenti.

Ecco perché la CGIL e la FLC hanno lanciato nei giorni scorsi un appello già sottoscritto da autorevoli personalità del mondo della cultura e della società civile, per realizzare nei primi mesi del prossimo anno gli "Stati generali della conoscenza". Un confronto a 360° per declinare un sistema formativo, dalla scuola d'infanzia all'università, alla formazione professionale, all'altezza di un paese moderno e democratico.

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Malgrado il blocco dei contratti nazionali deciso dal Governo, nei giorni scorsi sono stati sottoscritti al Ministero tre importanti contratti integrativi che garantiscono la fruibilità di risorse e norme certe per la mobilità del personale a tempo indeterminato.
Si tratta del

• Contratto integrativo sull'utilizzo delle risorse per la formazione (vai alla notizia)
• Contratto integrativo per il compenso una tantum al personale ATA (vai alla notizia)
• Contratto integrativo sulla mobilità del personale della scuola (vai alla notizia).

A questo si aggiunge che nelle contrattazioni integrative di scuola il 95% dei contratti è già stato chiuso o è alle fasi finali.

Uno smacco per chi pensava di limitare la contrattazione e i diritti dei lavoratori.

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Sono anni che si parla di valutazione e di cultura della valutazione da introdurre nel nostro paese e soprattutto nelle istituzioni formative. E il problema indubbiamente è spinoso. Anche perché se si pensa alla valutazione nella scuola, il buon senso vorrebbe che non fosse per finalità punitive, ma, al contrario, per aiutare a correggere eventuali errori, a migliorare le prestazioni individuali e di sistema, a rendere più efficace l'azione formativa. Si stenta a trovare queste caratteristiche nelle proposte Gelmini.

È positivo che i progetti ministeriali prevedano una sperimentazione triennale, è positivo che la valutazione di scuola consideri le singole scuole nei loro contesti, è positivo che si faccia la differenza tra valutazione di sistema, di scuola e dei singoli docenti...

Sul resto la FLC ha detto chiaramente al ministro che non condivide né il metodo (assenza di consultazione e coinvolgimento della categoria) né il merito. In particolare sulla valutazione dei docenti è poco chiaro il percorso di valutazione e quello che si capisce rischia di essere controproducente. Fare graduatorie di scuole e di docenti non va nella direzione di migliorare le performance. Infine c'è il problema delle risorse finanziarie, i contratti sono bloccati, e i criteri di distribuzione, e la questione dell'applicazione (o meno) della legge Brunetta ai docenti. Sarà anche questo l'ennesimo fiore (finto) all'occhiello del ministro?

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Come abbiamo denunciato, con la Legge 122/10 i lavoratori pubblici subiranno una decurtazione della liquidazione attraverso un passaggio forzoso da TFS a TFR.

Inoltre, la modalità di applicazione del nuovo TFR è particolarmente penalizzante non basandosi sui normali parametri applicati ai lavoratori assunti dopo il 2000, ma su una base di calcolo inferiore anche del 20%.

Abbiamo effettuato una serie di verifiche ed accertato che l'adesione al Fondo Espero può garantire una liquidazione superiore a quella prevista con le nuove normative.

Naturalmente la valutazione dipende anche dalle specifiche situazioni personali e per questo motivo abbiamo predisposto, in accordo con l'INCA CGIL, un semplice programma di simulazione.

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