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Dipartimento della Funzione Pubblica: nuova agenzia recupero crediti

di Mario Piemontese

13/05/2013
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Retescuole

Giovedì 9 maggio il MIUR ha comunicato alle OO.SS. che il Dipartimento della Funzione Pubblica, dopo 2 anni, ha espresso parere negativo sull’Ipotesi di accordo sottoscritta il 12 maggio 2011 da MIUR e OO.SS. a proposito dell’attribuzione al personale ATA delle posizioni economiche. Il Dipartimento sostiene che l’ipotesi di accordo non rispetta quanto disposto dall’art. 9 del DL n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2010. Secondo tale norma per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei dipendenti pubblici non può superare quello in godimento nell’anno 2010. Il Dipartimento sostiene inoltre che, in virtù del suo parere, il personale ATA titolare di posizione economica a partire dal 2011 dovrà restituire le somme percepite fino ad oggi.
Cerchiamo di capire di cosa si tratta.

Aree e profili
Per il personale ATA il CCNL prevede l’articolazione in aree: A, B, C e D. La C esiste solo sulla carta.
Ogni area è articolata in profili. Nell’area A ci sono i Collaboratori Scolastici (CS). Nell’area B gli Assistenti Amministrativi (AA), gli Assistenti Tecnici (AT) e altri profili. Nell’area D i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA).
La mobilità interna può essere verticale, da un’area a quella immediatamente superiore, o orizzontale all’interno della stessa area tra profilo e profilo.
Sia la mobilità verticale che quella orizzontale sono regolamentate da specifici CCNI.

Posizioni economiche
È possibile una sorta di ulteriore mobilità orizzontale, all’interno di ogni singolo profilo delle aree A e B, che si articola in posizioni economiche: prima e seconda. La prima è prevista per CS, AA e AT, mentre la seconda solo per AA e AT. Per la prima sono corrisposti ai CS 600€ in più all’anno, mentre agli AA e agli AT 1.200€. Per la seconda sono corrisposti 1.800€ in più sempre all’anno. Le posizioni non sono cumulabili.

Le posizione sono attribuite al personale dopo la frequenza con esito favorevole di un apposito corso di formazione. Per ogni provincia il numero di posizioni economiche è stato fissato in proporzione alla consistenza dell’organico di diritto di ogni singolo profilo. In questo momento le prime posizioni previste per l’area A sono circa 70.000 su 132.000 posti, mentre per l’area B sono circa 30.000 su 65.000 posti. Le seconde posizioni sono 12.000 su 64.000 posti circa.

Attribuzione delle posizioni economiche
Con frequenza annuale il personale con contratto a tempo indeterminato può presentare domanda per l’attribuzione della posizione economica. In base ai titoli valutabili, ma anche in base a un test selettivo solo per la seconda, viene stilata una graduatoria provinciale per ogni profilo. Chi presenta domanda non viene inserito a “pettine” nella eventuale graduatoria già esistente, ma in coda.
Se il titolare di una posizione va in pensione oppure passa dalla prima alla seconda posizione, allora la posizione che si libera deve essere attribuita.

L’USR di ogni regione stabilisce annualmente, provincia per provincia, in base la numero di posizioni attribuibili, per quali posizioni e per quali profili è possibile presentare domanda. Ogni anno è avviato a formazione il personale inserito in graduatoria che si trova in posizione utile per poter coprire il 105% delle posizioni attribuibili per quel profilo in quella determinata provincia. L’obiettivo è fare in modo che ogni anno tutte le posizioni disponibili risultino attribuite. Se non si prevede che ci possano essere posizioni attribuibili oppure se il personale inserito in graduatoria è in numero sufficiente a coprire le posizioni attribuibili, allora non è possibile presentare domanda. Per esempio nel 2013 a Milano si è verificata proprio questa circostanza.

L’attribuzione della posizione economica comporta per il titolare, in relazione al profilo, lo svolgimento di compiti di particolare responsabilità, rischio o disagio, in aggiunta alle attività e mansioni previste dall’area di appartenenza.

Incarico specifico e posizione economica
Provando a semplificare, senza banalizzare, possiamo dire che l’attribuzione della posizione economica è come l’attribuzione di un “incarico specifico”, ma in modo definitivo e non solo temporaneamente per un anno. L’attribuzione di un incarico specifico è infatti titolo utile da inserire nella domanda per l’attribuzione della posizione. Inoltre a chi è titolare di posizione economica non può essere attribuito nessun incarico specifico.
Ogni anno gli incarichi specifici sono definiti e attribuiti mediante la contrattazione di istituto. Prima per tali incarichi venivano destinati circa 95 milioni all’anno. Da quando si è passati alla stabilizzazione dell’incarico attraverso le posizioni economiche il finanziamento è passato a 53 milioni perché i restanti 42 sono stati destinati alla retribuzione delle posizioni per le quali nel complesso sono necessari circa 130 milioni all’anno. Per effetto dell’accordo scatti – MOF il finanziamento è stato ulteriormente ridotto ed è passato da 53 a 39 milioni.

Accordi per l’attribuzione delle posizioni economiche
Il primo accordo per l’attribuzione di quella che oggi chiamiamo “prima posizione economica” e che all’epoca in gergo si chiamava “articolo 7”, risale al 10 maggio 2006.
In seguito c’è stato l’accordo del 20 ottobre 2008 per la rivalutazione del cosiddetto “articolo 7” e l’attivazione di nuove prime posizioni economiche.
Le seconde posizioni economiche sono state attivate con l’accordo del 12 marzo 2009.
L’ipotesi di accordo del 12 maggio 2011 è una sorta di testo unico per l’assegnazione delle posizioni economiche. In riferimento a tale ipotesi nel 2011, nel 2012 e nel 2013 il MIUR ha attivato la procedura per l’attribuzione delle posizioni economiche.

Dipartimento della Funzione Pubblica: nuova agenzia recupero crediti
Nel mese di novembre 2012 ci sono state le prime avvisaglie: alcune Ragionerie territoriali infatti, in nome dell’articolo 9 del DL n. 78/2010, si sono rifiutate di pagare la retribuzione prevista a chi era titolare di posizione economica a partire dal 2011. L’intervento del MIUR pare abbia in seguito fatto rientrare la cosa. Evidentemente solo temporaneamente.

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ritiene che l’attribuzione di una posizione economica sia equivalente a una progressione economica di carriera. Ma questo è sbagliato. Il passaggio per anzianità da una fascia stipendiale a quella superiore comporta l’aumento della retribuzione, ma non un cambiamento della prestazione lavorativa. L’attribuzione di una posizione economica prevede un compenso economico a fronte dell’aumento di compiti e responsabilità. Stiamo parlando quindi di cose ben diverse.
Il personale al quale è stato assegnato un incarico specifico in molti casi svolge le stesse attività svolte dal personale titolare di posizione economica. Come mai allora, a parità di prestazione, il primo deve essere retribuito e il secondo no? La spiegazione non esiste.

Il Dipartimento della Funzione Pubblica vuole recuperare le somme percepite dai titolari di posizione economica a partire dal 2011. In altre parole ritiene che il lavoro svolto può anche non essere retribuito. E fino a qui si tratta della stessa logica, per niente condivisibile, del Governo Monti che, a parità di salario, voleva aumentare di 6 ore l’orario settimanale di lezione dei docenti della scuola secondaria. In questo caso però c’è un’aggravante: ti faccio lavorare di più, per questo di do un ulteriore compenso, ma poi invece decido di riprendermi quel che ti ho dato.
Negli ultimi cinque anni il Dipartimento della Funzione Pubblica ha mostrato in più occasioni di tenere proprio in bassa considerazione il lavoro svolto dai dipendenti pubblici. Tutto è stato sempre inaccettabile, ma quest’ultimo intervento lo è ancor di più.
Se il MIUR non sarà in grado di porre rimedio alla situazione, allora spetterà ai lavoratori fare in modo che se ne venga a capo.

 


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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