Ricerca e Università: precariato, reclutamento e valorizzazione professionale i temi trattati nell'incontro con la Ministra Fedeli
Il resoconto dell'incontro del 26 gennaio 2017 al Miur.
Si è svolto il 26 gennaio 2017 l’incontro al Miur con la Ministra Fedeli sul tema dell’Università e della Ricerca. Il primo dal recente insediamento del nuovo governo sulle politiche di questi settori, con il quale la Ministra ha voluto confermare lo stile di governo tracciato con l’intesa del 29 dicembre 2016 sulla mobilità del personale scolastico. Si tratta di un orientamento all’ascolto delle parti sociali confermato dalle dichiarazioni della Ministra, che avremo modo di valutare se realmente favorirà la riapertura di spazi negoziali che riteniamo necessari per invertire le politiche regressive degli ultimi anni.
Nel corso dell’incontro la FLC ha esposto il quadro delle principali misure ritenute utili a sostenere e rilanciare la rete della ricerca pubblica, ponendo un freno alle politiche di smantellamento del sistema operate negli ultimi quindici anni. La più immediata necessità è quella di un investimento straordinario nell’infrastruttura di ricerca che aumenti i fondi ordinari di enti e atenei e finanzi un piano consistente di immissioni in ruolo con l’obiettivo di risolvere la piaga del precariato storico e di far crescere il numero complessivo di ricercatori e tecnici.
Se il dilagare del precariato è la più urgente criticità politica da affrontare, l’assenza di una governance unitaria per enti e università rappresenta la maggiore debolezza organizzativa del sistema. Riconosciamo nel decreto legislativo 218/16 che recepisce la delega sugli enti di ricerca un punto di avanzamento rilevante pur nel quadro disastroso a tutti noto. Occorre però garantirne la piena applicazione in merito all’autonomia di spesa con particolare riferimento al precariato, all’autogoverno e alla omogeneità del sistema. Nei prossimi mesi arriverà in parlamento l’ultima parte dei decreti attutivi della delega sulla riforma della pubblica amministrazione tra cui la riscrittura delle norme sul lavoro pubblico. Si inizierà contestualmente la trattativa all’Aran per il rinnovo del contratto di lavoro. Sarà fondamentale aprire una interlocuzione con il Miur su questi temi auspicabilmente utile all’elaborazione di un atto di indirizzo per il contratto da parte del Ministero.
La Ministra Fedeli nelle sue dichiarazioni ha ribadito di voler attribuire valore al confronto con le organizzazioni sindacali e che ci saranno convocazioni in occasione di provvedimenti legislativi di responsabilità del suo dicastero. Rispetto all’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto di lavoro dei settori istruzione e ricerca si è impegnata a lavorare ad un atto di indirizzo e a consultare preventivamente le parti sociali. Rileviamo anche che il ministro ha riconosciuto l’importanza politica dell’accordo del 30 novembre 2016. Con l’occasione, ha informato dell’intervento dello Stato italiano nei confronti della commissione europea circa la vicenda degli assegni di ricerca banditi dalle tipologie di lavoro utilizzabili nei Grant a finanziamento europeo. Questo evento che ci ricorda l’urgenza di eliminare queste forme indegne di lavoro, rischiava di provocare l’espulsione da atenei e istituti di ricerca migliaia di ricercatori nella maggior parte dei casi impiegati da anni in attività strutturali di ricerca e di didattica. La Commissione europea sembrerebbe aver dato il proprio assenso a considerare di nuovo ammissibile, anche in via retroattiva, il ricorso a queste tipologie di contratto nei modelli per la partecipazione a bandi per progetti di ricerca.
Nei prossimi mesi avremo modo di verificare gli impegni della politica presi a partire dal protocollo di intesa per il rinnovo dei contratti pubblici. Certamente il dibattito permanente sulla possibile imminenza di una fine anticipata della legislatura indebolisce la spinta verso un orizzonte programmatico ampio che è esattamente ciò di cui i nostri settori hanno assoluta necessità. La messa in agenda di questioni quali la governance del sistema della ricerca e un piano straordinario di finanziamento sarà fortemente condizionata anche dalla definizione del tempo di vita del Governo in carica. Nonostante questo, è bene ricordare che siamo in ogni caso prossimi ad una fase di cambiamenti per le università e gli enti. La riforma del reclutamento, il precariato, la valorizzazione professionale negli atenei e nei centri di ricerca, il recepimento della carta europea del ricercatore saranno temi all’ordine del giorno dal momento in cui il Consiglio dei Ministri porterà in parlamento gli ultimi decreti attuativi della riforma della PA e si aprirà la trattativa per il contratto all’Aran. Sarà utile capire quale livello di discussione si riuscirà a costruire su questi temi con la neo Ministra Valeria Fedeli.