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Organico funzionale e DDL scuola: noi abbiamo un’idea diversa

Un approfondimento tematico sul disegno di legge del Governo di riforma della scuola: il nostro giudizio sulla proposta, le nostre osservazioni e le richieste di emendamenti avanzate al Parlamento.

23/04/2015
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Cosa prevede la proposta del Governo sull’organico funzionale

Il riferimento è all’articolo 2 (Autonomia scolastica e offerta formativa) e all’articolo 6 (Organico dei docenti per l’attuazione dei piani triennali dell’offerta formativa) del disegno di legge del Governo.

Articolo 2. Le singole scuole (il dirigente scolastico, sentito il Collegio docenti e il Consiglio d’istituto) predispongono entro ottobre il piano triennale indicando il fabbisogno di: posti comuni e di sostegno; posti funzionali dell’organico docenti; infrastrutture e attrezzature. L’USR valuta le richieste e le comunica al Miur. Il Miur conferma e autorizza le risorse destinabili.
Si rafforza la funzione del dirigente scolastico; si indicano obiettivi ordinamentali e didattici (nuove discipline, lotta alla dispersione, apertura delle scuole, alternanza scuola lavoro ecc).
L’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa è prerogativa del dirigente scolastico che sente Collegio e Consiglio di istituto.
Nel DDL del Governo si prevedono anche 126 milioni in più per il funzionamento didattico e amministrativo.

Articolo 6. L’organico dei docenti è finalizzato a soddisfare le esigenze curricolari, extracurricolari, educative ed organizzative ed esso è composto dai posti comuni, di sostegno e funzionali. Lo stesso è determinato dal Miur (di concerto con MEF e FP e sentita la conferenza unificata Stato-Regioni) su base regionale con cadenza triennale tenendo conto del numero delle classi e delle aree interne connotate da forte presenza di immigrati e in relazione alla dispersione scolastica. L’USR lo ripartisce a sua volta su base provinciale e sui vari ruoli e poi alle varie scuole sulla base del piano triennale elaborato da ciascuna scuola.

Le nostre valutazioni

Con la proposta del Governo il Consiglio di istituto e il Collegio dei docenti non sono più gli organi deliberanti in materia di Pof, ma diventano organi consultivi perché di fatto sono esautorati dal dirigente scolastico che assume il pieno controllo del POF, lo elabora e lo approva. Il Collegio non lo elabora più, il Consiglio non lo adotta più, ma vengono solo “sentiti” dal dirigente scolastico. Ciò perché il DDL si propone di “rafforzare la funzione del dirigente scolastico” a scapito evidentemente degli Organi collegiali e dell’autonomia didattica. La FLC CGIL sostiene il ruolo degli organi collegiali quindi è contraria a questa sorta di rottura degli equilibri nei poteri dei diversi soggetti che operano all’interno della scuola.

Il provvedimento di legge si propone, con questa misura, di perseguire ben 10 (dieci) obiettivi: praticamente la risoluzione delle disfunzioni croniche della scuola italiana. Ma è evidente il velleitarismo dei propositi, perché le risorse continuano a essere scarse e ben lontane dalle somme occorrenti.
La FLC CGIL indica da tempo un investimento di 17 miliardi di euro per allineare la spesa in istruzione alla media dei Paesi OCSE.
Positivo l’accoglimento della nostra storica rivendicazione: un aumento del finanziamento (126 milioni di euro) per il funzionamento della scuola. Era ora dopo che l’abbiamo posta e riproposta nei tavoli ministeriali.

L’introduzione dell’organico funzionale prevede circa 50.000 posti in più per il 2015-2016 (questo dato è confermato anche dal comma 1 dell’art. 24, copertura finanziaria). Per l’anno prossimo 2015-2016 il dirigente scolastico individua il proprio fabbisogno sulla base di una stima “immediata” (dunque approssimativa), sentiti il Collegio docenti e il Consiglio d’istituto (art. 2 comma 13). In futuro invece sarà sempre il dirigente scolastico a richiederlo in base alle esigenze della scuola (progetti, scuole aperte, ecc) e sulla base del piano triennale predisposto entro il mese di ottobre. Per l’organico di sostegno si conferma la dotazione prevista dal decreto legge 104/2013 del Ministro Carrozza, pari a 90.032 posti. Rimane ferma la possibilità di ulteriori posti in deroga, se necessari.

L’attribuzione di posti in più nella primaria in proporzione al numero di classi va bene, perché poi la scuola lo potrà utilizzare per le sue specifiche esigenze (ad es. per incrementare il tempo pieno, ripristinare una quota di ore di compresenza per progetti di recupero e/o arricchimento, altro…). Più complesso farlo nella secondaria visto che le disponibilità, suddivise per singole discipline e classi di concorso, possono non coincidere con il reale fabbisogno di risorse aggiuntive per quella singola scuola. Bene che non si parli più di “Organico funzionale per reti di scuole”, la cui gestione sarebbe stata complessa da tanti punti di vista, oltre che incompatibile con il quadro normativo oggi in vigore, a partire da quello sull’autonomia scolastica. Quello che non va assolutamente bene è l’utilizzo dei docenti in organico funzionale per le supplenze fino a 10 giorni perché fa venir meno l’obiettivo del potenziamento dell’offerta formativa, visto che l’impiego dei docenti su specifici progetti diventerebbe del tutto residuale e che, in questo modo, si ignora anche il diritto degli studenti ad avere un supplente della materia.

Le nostre proposte di emendamento

Dopo l’audizione alle commissioni istruzione di Camera e Senato, la FLC CGIL, sull’autonomia scolastica, sull’offerta formativa e sull’organico funzionale, ha presentato diversi emendamenti al disegno di legge per:

  • ribadire il ruolo deliberante del Consiglio di istituto e del Collegio dei docenti in materia di Pof, fermo restando le competenze già attribuite al dirigente dall’attuale regolamento sull’autonoma (DPR 275/99). Diversamente gli organi collegiali verrebbero esautorati nella loro funzioni di “governance” della scuola sul piano didattico e organizzativo;
  • estendere il piano triennale anche al personale Ata perché, trattandosi di attività formative da definire per le esigenze didattiche e organizzative, è necessario anche il personale Ata, visto il ruolo fattivo di questo personale alla realizzazione del progetto di istituto. Occorre mettere le scuole nelle condizioni di poter attuare pienamente il POF d’istituto potendo contare su una dotazione adeguata e stabile di personale Ata;
  • eliminare i commi che assegnano al dirigente scolastico la competenza a scegliere i docenti. Infatti, affidare ai soli dirigenti scolastici la scelta di docenti snatura la funzione degli stessi dirigenti quali coordinatori e promotori del progetto didattico e mette in discussione i principi di trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione. Affidare una tale discrezionalità al dirigente scolastico comporterebbe la messa in discussione della libertà di insegnamento, garantita dalla Costituzione;
  • eliminare la parte che modifica regole per la sostituzione del personale assente, visto che queste sono già regolate dalle ordinanze ministeriali;
  • aggiungere un comma per ribadire la competenza del contratto a definire le regole ed i criteri nella mobilità compartimentale di tutto il personale. Questo tenendo conto, ovviamente, che la mobilità dovrà avere una scansione temporale coerente con l’organico funzionale pluriennale stabile. Del resto la pluriennalità della mobilità, in presenza di una stabilità pluriennale degli organici, è già prevista nella premessa del Ccni 23 febbraio 2015 oggi in vigore (così come nei Ccni degli anni scorsi).

Cosa puoi fare tu

È utile ricordare l’importante chiamata al voto di circa 1.000.000 tra docenti, Ata e dirigenti per il prossimo 28 aprile 2015 per eleggere il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. Grazie a una battaglia legale vinta dalla sola FLC CGIL, tutti i colleghi potranno eleggere il proprio organismo di rappresentanza istituzionale. Questo significa che il MIUR, i vari ministri e i governi non potranno più approvare provvedimenti senza ascoltare questo organismo che rappresenta i lavoratori della scuola e delle varie istituzioni della società. I nostri rappresentanti, eletti nelle liste “Cgil-Valore Scuola”, porteranno nel nuovo Consiglio le idee, l’impegno, la competenza, la passione professionale e civile di migliaia di colleghe e colleghi e vigileranno affinché i vari ministri agiscano nell’interesse comune, nell’armonia di tutte le componenti della scuola, compresi bambini e ragazzi. Tutto ciò è ancora più importante perché ci troviamo in un momento delicato, la scuola e la formazione non sembrano essere al primo posto nei pensieri dei nostri governanti. Partecipare al voto, sostenere le nostre liste significa aumentare l’atto di denuncia pubblica contro gli ingiusti provvedimenti che il Governo vuole promuovere con il DDL su “La Buona Scuola”.