Spot in Puglia del Ministro Valditara sulla sperimentazione della filiera tecnologico-professionale
Prevista la partecipazione ad un webinar organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale. Una evidente pressione sulle iscrizioni. La FLC CGIL vigila sulla correttezza delle delibere
Negli ultimi giorni, nella fase centrale delle iscrizioni degli studenti, si moltiplicano le presenze ministeriali durante incontri organizzati a livello regionale per diffondere il progetto di sperimentazione della filiera tecnologico-professionale.
Dal sito dell’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, apprendiamo che direttamente il Ministro Valditara il 6 febbraio 2024 parteciperà ad un webinar regionale su “Le novità ordinamentali - sperimentazione della filiera tecnologico-professionale”.
Anche l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ha organizzato per giovedì 1° febbraio una diretta sui canali social Facebook e YouTube, con la presenza, tra gli altri della Sottosegretaria Paola Frassinetti e la Senatrice Ella Bucalo.
Appare evidente il tentativo di pubblicizzare il più possibile, con lo sponsor più famoso, i corsi autorizzati in 176 istituti scolastici, anche se, è bene ricordare che in tale elenco figurano alcune istituzioni scolastiche che sarebbero prive dei requisiti di ammissione secondo quanto previsto dallo stesso DM 240/2023, per quanto attiene la “previa deliberazione degli organi competenti”.
Per questo motivo, la FLC CGIL Nazionale ha prodotto istanza di accesso agli atti nei confronti della Commissione tecnica che ha effettuato la valutazione delle proposte progettuali per l’attivazione dei percorsi di filiera tecnologico-professionale.
È evidente l’attivismo ministeriale per cercare di evitare l’ulteriore fallimento nella fase delle iscrizioni, considerato che il progetto educativo della filiera, bocciato anche dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, non ha convinto i docenti, così come il liceo del Made in Italy.
La FLC CGIL continuerà a vigilare sugli esiti di una sperimentazione e di un ddl che, con la posticcia motivazione della lotta alla dispersione scolastica, riducono il tempo scuola, abbassano la qualità degli apprendimenti e aprono le porte all’inserimento dei privati.