Feste della conoscenza: 11-18 settembre 2010 nelle città italiane
I cittadini lo devono sapere. La conoscenza è un bene comune e deve appartenere a tutti. Un'occasione per parlare di istruzione, ricerca e formazione divertendosi.
Li abbiamo chiamati "feste della conoscenza" gli incontri in piazza, dall'11 al 18 settembre nelle città italiane, con la gente a parlare di scuola, università e ricerca. La festa è un momento di allegria, anche se c'è poco da stare allegri, ma l'allegria dà speranza e la speranza rende più combattivi. Scarica il manifesto.
Gli appuntamenti di Roma, Bari, Firenze, Ancona, Napoli, Pescara, Foggia, Alessandria, Varese, Ascoli Piceno, Macerata, ...
La scuola, l'università, la ricerca, l'alta formazione appartengono ai cittadini, alle persone, a chi lavora al loro interno e a chi ne fruisce, non vogliamo né dobbiamo permettere che vengano smantellati con tagli di risorse, umane e finanziarie, e con finte riforme che servono solo a mascherare quei tagli.
Noi che lavoriamo nella conoscenza, docenti, ricercatori, dirigenti, impiegati, tecnici, vogliamo parlare ai cittadini del nostro lavoro e delle condizioni difficili in cui il governo ci costringe a svolgerlo, esponendoci spesso alla riprovazione generale. Ma come facciamo a fare una buona scuola e una buona università se ci levano i soldi anche per comprare la cancelleria, se le aule sono sovraffollate, se gli edifici sono insicuri, se non possiamo comprare i computer per attrezzare i laboratori...? Come può crescere l'Italia se non ci mettono in condizione di fare ricerca, perché i finanziamenti sono tra i più bassi d'Europa? Spesso lavoriamo anche senza essere pagati, senza la prospettiva di andare avanti allargando le nostre conoscenze. Anche l'aggiornamento professionale è tutto a nostro carico.
I cittadini lo devono sapere. La conoscenza è un bene comune e deve appartenere a tutti; la formazione deve essere di qualità e il diritto allo studio garantito, come dice la Costituzione, fino ai gradi più elevati. Invece questo diritto si restringe sempre di più. Non sono i capaci e meritevoli che vanno avanti, magari anche sostenuti dalla collettività, ma solo chi se lo può permettere economicamente. Di queste diseguaglianze i cittadini devono essere informati.
Dalle "feste delle conoscenza" vogliamo che parta un segnale forte alla politica: la scuola, l'università, la ricerca, l'alta formazione appartengono alla comunità, hanno bisogno di riforme vere che li mettano al passo coi tempi e con i bisogni dei giovani, dei cittadini e dei lavoratori.